Sicilia: virus e scuola
Niente sarà più come prima nella scuola del post Covid-19. Nessuno sa se sarà possibile rientrare a scuola a settembre. La pandemia, pur se rallentata, non è stata sconfitta. Il rischio di una seconda ondata, smentito da alcuni, è fortemente temuto da altri.
L’edilizia scolastica in Sicilia non è al top: edifici talvolta inadeguati e solo negli ultimi anni si stanno approntando degli interventi per aumentare il livello di sicurezza. La situazione non è dissimile da resto d’Italia.
L’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, ha organizzato una task force di esperti per guidare la riapertura delle scuole a settembre, tenendo conto dell’emergenza epidemiologica ancora in atto. «L’iniziativa – spiega Lagalla – è volta alla creazione di un articolato e vasto gruppo di lavoro che avrà lo scopo di elaborare, coerentemente con le indicazioni che verranno fornite a breve dal governo nazionale e in raccordo con il Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza Coronavirus istituito dalla Regione Siciliana, le linee-guida e le direttive finalizzate a permettere il ritorno in aula degli studenti in condizioni di adeguata sicurezza».
Un team di esperti, denominato “La scuola che verrà” è stato avviato dall’editrice specialistica “La Tecnica della scuola”. Ne fanno parte Anna Maria Di Falco, Salvatore Impellizzeri, Giovanni Morello, Fiorenza Rizzo. Già avviati i percorsi di approfondimento, con alcune proposte, a breve e medio termine, sull’organizzazione della scuola, dell’attività didattica, del personale docente e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
«A settembre – spiega Anna Maria Di Falco – non sarà possibile riprendere le lezioni così come avvenuto nello scorso anno scolastico. Il Covid-19 ha stravolto le nostre vite e le nostre certezze e, per quanto riguarda la scuola, l’anno scolastico si conclude con la DAD (didattica a distanza), ma anche il prossimo settembre sarà necessario avere delle forme di distanziamento di sicurezza, con alcuni accorgimenti. Non possiamo farci trovare impreparati, non dovremo correre dietro l’emergenza e l’improvvisazione. Serve una nuova organizzazione scolastica, che partirà dalla sinergia di tutti i soggetti coinvolti. L’anno che si sta concludendo ha visto la prima parte con la didattica in presenza, la seconda parte si è svolta con la didattica a distanza. Da settembre, dovremo prepararci ai nuovi scenari e alle nuove esigenze e prevedere una didattica integrata, attivare una piattaforma nazionale cui le scuole potranno fare riferimento attraverso a piattaforma d’istituto. L’edilizia scolastica, infatti, nella maggior parte degli istituti del territorio nazionale non consente di continuare a ospitare in un’aula 25/30 alunni, anche con l’eventuale utilizzo di accorgimenti.
«Bisognerà rivedere la programmazione didattica, i criteri di valutazione, la validazione del processo di apprendimento/insegnamento con le nuove modalità. Il Ministero dell’Istruzione deve assicurare a tutti gli studenti la connettività e un tablet o un computer. Bisognerà anche attivare le modalità di distanziamento sociale, attraverso un muovo criterio di utilizzo delle aule. Si dovrà lavorare sulle varie ipotesi possibili: alternare la didattica a distanza con quella in presenza, a giorni alterni o, se si ritiene più proficua la didattica solo in presenza, utilizzare due aule collegate tramite video per ospitare una classe numerosa e, in questo caso, utilizzare tutti gli spazi dell’Istituto, anche quelli dedicati. Si potrà prevedere un orario di entrata e uscita dalla scuola scaglionato, con distanza di 5 minuti e il personale Ata svolgerà un ruolo fondamentale per garantire il fluire veloce verso le classi. Inoltre, bisognerà formare anche il personale amministrativo e Ata. Si dovranno rimodulare alcune attività previste dal Piano triennale dell’offerta formativa, le attività di recupero, ma anche le riunioni di dipartimento, consigli di classe, coordinamento di indirizzo, dei coordinatori di un progetto. Si potranno anche svolgere on line o in presenza dislocando i docenti in più aule».
Altra priorità, quella della creazione del cosiddetto «curriculum verticale»: esso dovrà permettere – spiega Di Falco – «di elaborare un progetto nazionale verticale comune dal primo al secondo ciclo, condiviso e coerente, che accompagni l’alunno nel suo percorso dai 3 ai 19 anni».
I prossimi mesi saranno dunque decisivi: vedi il dibattito nazionale, con le ultime proposte del ministro Azzolina, anche sui separatori in plexiglass.
Ma il mondo della scuola in Sicilia si muove anche con iniziative dal basso. Una tra queste sono le borse di studio “Valorizziamo le eccellenze”, assegnate dalla Onlus “Giuseppina Turrisi Colonna”, guidata da Anna Maria Di Falco per studenti che hanno concluso il primo ed il secondo ciclo delle scuole siciliane. Le borse di studio premiano studenti eccellenti, ma con limitate possibilità economiche.
«La onlus – continua Di Falco – nasce soprattutto a sostegno di alunni di eccellenti qualità scolastiche che tuttavia, a causa di situazioni di indigenza e/o di disagio sociale sono ostacolati a proseguire gli studi liceali e universitari. Segue modelli già consolidati in Europa, ma perseguiti per la prima volta in Italia. Si sostiene con varie attività: gite sociali nei borghi siciliani, presentazioni di libri di saggistica e di narrativa, concerti di musica classica, teatro. Si sostiene anche con i fondi del 5×1000. Grazie a tutto questo possiamo assegnare, ogni anno, alcune borse di studio».
La cerimonia di premiazione, negli anni precedenti ospitata nell’aula consiliare del comune di Catania, si è svolta on line. Premiati dodici studenti delle province di Catania, Messina, Siracusa, Enna. Non mancano, tra i premiati, storie di ragazzi che, pur con gravi situazioni familiari, riescono ad eccellere con grande dedizione. Piccole-grandi storie che emergono e che danno speranza. La Onlus Turrisi Colonna sostiene tutto questo.