Sicilia. Un musical per il giudice ragazzino
Gela ricorda Rosario Livatino
Aveva lasciato scritta in un quaderno, trovato dalla madre dopo l’attentato, una frase che è un programma di vita: «Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili». Di questo giovane magistrato, ucciso dalla mafia nel 1990, Giovanni Paolo II parlò come di un «martire della giustizia e indirettamente della fede». Sabato 12 dicembre si terrà presso il Palasport della provincia un evento corale e popolare, «al di là di ogni colore politico», come tengono a ribadire gli organizzatori: l’Associazione amici del giudice Rosario Angelo Livatino, la parrocchia S. Lucia di Gela, l’onlus Faro di pace e i Gruppi di preghiera della Regina della pace. Durante la giornata, che vedrà varie presenze istituzionali, oltre alla proiezione del documentario di Salvatore Presti, Luce verticale, andrà in scena il musical tratto dal cd Il mio piccolo giudice, diretto da Antonio Raffaele Addamo. Una tavola rotonda con studiosi e magistrati permetterà inoltre di approfondire il tema “La legge dell’amore nel pensiero e nella vita di Rosario Livatino”. Da subito la vicenda del magistrato ha colpito l’immaginario collettivo per la statura morale del giovane servitore dello Stato, impegnato su scottanti inchieste di mafia e collusioni politiche. Venne ucciso mentre era in viaggio, da solo e senza scorta, sulla strada che lo portava ogni giorno da Canicattì ad Agrigento.
Materiale video e testimonianze si trovano in abbondanza sul web e soprattutto sul sito www.livatino.it.
(CC_Città_nuova_Italia_2009/12/10)