Sicilia, Crocetta sotto accusa
La situazione della Regione Sicilia è davvero molto grave. Basti pensare che in poco più di due anni il governatore Crocetta ha cambiato oltre 30 assessori. Ma le cose continuano a non funzionare, anzi peggiorano a vista d’occhio. Non è superfluo ricordare le strade crollate, la formazione professionale sostanzialmente azzerata, il sistema di accoglienza dei migranti fortemente minato da un diffuso sistema clientelare, il calcio corrotto.
Per non parlare del deficit regionale ogni giorno crescente, dei problemi della sanità e di tutto il resto che ben sappiamo. A rimetterci sono ovviamente i cittadini, i giovani privati di speranza prima ancora che di opportunità, gli immigrati che qui sbarcano e si trattengono in maniera massiccia.
Le notizie dell’ultim’ora peggiorano ulteriormente il clima di sfiducia e diffidenza. Matteo Tutino, medico del governatore siciliano, indagato per truffa, falso e peculato, secondo l'Espresso nel corso di una telefonata avrebbe detto a Crocetta, riferendosi a Lucia Borsellino (ex assessore alla Sanità e figlia del magistrato ucciso dalla mafia) "Va fatta fuori. Come suo padre" (Nella foto, di qualche tempo fa, Lucia Borsellino, Matteo Tutino e il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta).
Parole vere o false? È una situazione molto ambigua e difficilmente sapremo chi ha parlato e chi ha taciuto. Situazione pericolosissima in cui si annidano rancori e diffidenze, sospetto e isolamento, atteggiamenti nemici della democrazia, ma grandi amici e sostenitori della mafia.
È l’ennesima occasione in cui, alla vigilia delle tristissime ore in cui riviviamo la strage del giudice Borsellino e della sua scorta, il chiasso prende il posto del silenzio, il fango nasconde la verità a la giustizia.
Purtroppo possiamo solo assistere inermi e continuare il piccolo impegno quotidiano nella legalità e nella trasparenza, anche se le energie sane ancora presenti in Sicilia sono in fase di esaurimento.
Nulla da aggiungere, null’altro da commentare.