Sicilia a secco

Manca l’acqua ad Agrigento e in altri comuni del comprensorio

Siciliacque (la società che ha ereditato i compiti che fino a qualche anno fa erano dell’Ente Acquedotto Siciliano), sta eseguendo dei lavori di manutenzione dell’acquedotto Gela – Aragona, nel tratto tra Agrigento e Licata. Interrotto quindi l’approvvigionamento idrico della fornitura “Serenusa Village”. I lavori si concluderanno il 2 febbraio. Subito dopo, però, bisognerà lavare le condotte per cui l’approvvigionamento idrico riprenderà il 4 febbraio.

Siciliacque per il momento sta erogando 40 litri di acqua al secondo. Troppo poco per garantire che arrivi a tutti. Molte case sono rimaste a secco, soprattutto ad Agrigento e Licata. A Licata, però, una parte del fabbisogno idrico è garantito ad un altro acquedotto, denominato Fanaco, che serve anche altri comuni del comprensorio.

I problemi idrici, comunque, non sono solo quelli legati ai lavori in corso, che costringeranno a qualche giorno di sofferenza. La penuria d’acqua da sempre è una costante per molti comuni dell’agrigentino. La situazione, però, è migliorata negli ultimi anni.

Ma si soffre anche per la vetustà delle condotte idriche. A San Giovanni gemini, comune dell’entroterra, si è verificata una rottura della tubazione. È stata riparata, ma per due giorni i cittadini sono rimasti a secco. Guai anche a Licata, dove da oggi è vietato bere l’acqua che fuoriesce dai rubinetti, perché non potabile.

Gli esami eseguiti dall’Asp hanno riscontrato la presenza nell’acqua di coliformi totali in ingresso e in uscita dai serbatoi Safarello, Sant’Angelo alto e Sant’Angelo basso. Il sindaco Angelo Cambiano ha emesso un’ordinanza con il divieto temporaneo di bere l’acqua del rubinetto. Nel frattempo, Girgenti Acqua (ente gestore della rete idrica cittadina) dovrà effettuare gli interventi necessari per far sì che la situazione rientri nei parametri di normalità.

Per evitare che la città resti senz’acqua (anche per la coincidenza dei lavori in corso), il comune consentirà «l’utilizzo di acqua erogata soltanto per uso non potabile, sino a quando l’Ufficio di Igiene Pubblica non comunicherà il riconoscimento della potabilità dell’acqua».

 

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