Siccità e problemi di salute
La siccità che sta affliggendo l’Italia ha provocato la diminuzione della quantità di acqua di laghi e fiumi, ma sta anche determinando un altro grande problema, che spesso passa inosservato: quello del peggioramento della qualità delle acque. Tanto che viene da chiedersi se ci possa essere un collegamento tra il basso livello delle acque del fiume Po e, ad esempio, il divieto di balneazione che sta interessando una trentina di spiagge dell’Emilia Romagna per livelli troppo alti di Escherichia Coli.
Noi – spiega il professore Stefano Fenoglio, zoologo, docente dell’Università di Torino – continuiamo ad usare i depuratori e ad immettere nei fiumi le nostre acque reflue, ma mentre prima c’era una portata d’acqua che diluiva gli scarichi che immettevamo, adesso questa portata non c’è più e quindi il carico microbico, il carico di inquinanti e di batteri patogeni aumenta, con un incremento esponenziale di problematiche legate alla salute dell’uomo.
I nostri fiumi, ormai quasi a secco, non sono più in grado di depurare quello che immettiamo nelle loro acque e diventano un problema chimico, – aggiunge il professor Fenoglio, docente di Ecologia dei cambiamenti climatici e di Gestione e tutela degli ecosistemi fluviali -. Invece, oltre a tutelare la biodiversità, con tante specie animali e vegetali che rischiano di scomparire, bisogna impegnarsi anche per tutelare la salute umana.
Non dobbiamo usare tutta l’acqua dei fiumi, avverte, altrimenti avremo grossi problemi dal punto di vista dell’igiene pubblica. Sulla rivista Città Nuova di agosto un approfondimento sui risvolti della siccità.
Guarda l’intervista integrale al professor Fenoglio.
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