Siamo Chiesa!

Per la prima volta in un congresso eucaristico, un intero spazio dedicato ai giovani, il Chiara Luce Youth Space. Dialogo aperto e ricerca spirituale
Chiara Luce Badano

Uno spazio giovani, uno spazio ecumenico. Il “Chiara Luce Youth Space” è un grande capannone allestito nell’area dell’RDS (la Royal Dublin Society, immenso spazio per fiere, eventi sportivi, soprattutto corse di cavalli, grandi eventi), dove giovani e giovanissimi si sono fermati a riflettere sulle questioni più profonde: la ricerca di un senso nella vita, dell’amore, di Dio, ricerca di comunione e di nuovo slancio. Con workshop, spettacoli, concerti, catechesi, giochi e arte. Uno spazio ecumenico, perché preparato insieme tra Chiesa cattolica e anglicana. Uno spazio di preghiera.

Gregory Fromholz, uno degli organizzatori, non si è allontanato un attimo dallo spazio giovani; racconta che ogni giorno ne ha visti passare tra 400 e 500, metà irlandesi e metà dal resto del mondo. Quali sono stati i momenti più intensi? Chiediamo a pochi minuti dall’inizio della serata dedicata alla “patrona” dello Spazio Giovani, Chiara Luce Badano. La preghiera con Taizé, presente Frère Aloise, in un momento di particolare intensità spirituale; la serata sulla Riconciliazione, in cui molti giovani si sono accostati al sacramento della confessione. Le testimonianze e le storie personali sono quelle che hanno colpito di più. Come quella di Maueve, una ragazza che oggi è sulla sedia a rotelle, ma che era una ballerina. La gioia sul suo volto e la sua esperienza sono segno non di sconfitta ma di nuova vita. E poi le conversazioni. Tante, profonde. Sia con le “guide spirituali” accreditate, sia semplicemente così, seduti sulla moquette dello Youth Space. E si è parlato di tutto, compreso il ruolo dei giovani nella Chiesa, ma anche problemi più scottanti, fino a toccare il tema della vocazione. Presenti sacerdoti, suore, laici impegnati: «Si è parlato – continua Greg – non solo di vocazioni, ma di collaborazione tra vocazioni. C’è un problema legato alla visione dell’autorità, senza i laici non c’è futuro per la Chiesa». E tra i giovani c’è una grande speranza, un reale desiderio di partecipare creativamente alla vita della Chiesa, con un’iniezione di nuova energia.

Come quella della band, composta da giovani musicisti e cantanti da ogni parte d’Irlanda, che ha suonato tutta la settimana – lo Youth Space è stato anche un luogo dove fare nuove amicizie –; col DJ Sam, che ha fatto ballare tutti, o con la band nord-irlandese dei giovani dei Focolari, alcuni concerti all’attivo, che ha introdotto la serata dedicata a Chiara Luce: il momento per conoscere un po’ più da vicino la “patrona” dello spazio giovani.

Celeste, 13 anni dal Canada, si imbatte nella sua storia per la prima volta: «Ho molti problemi, e mi stavo facendo le stesse domande di cui abbiamo parlato stasera. Chiedo a Dio perché mi succede questo, e sono confusa. Quando ho ascoltato tutto quello che Chiara Luce ha vissuto, fino al punto di morire serenamente, nella piena gioia, mi è sembrato straordinario». Una storia “possibile” a partire dal Vangelo vissuto nel quotidiano, strada che anche altri giovani cercano di percorrere, come Elisabeth, Sean, Miriam, Tom, Matteo e altri che si sono alternati sul palco durante la serata del 15 giugno. Eamon, 16 anni, di Dublino, uscendo dallo Youth Space dice che «l’esperienza di Chiara Luce mi ha aperto gli occhi sul fatto che i giovani possono veramente fare la differenza, e toccare il cuore di milioni di persone».

E allora, con l’augurio di ripartire ed essere Chiesa, adesso da Dublino si torna ai propri posti di combattimento. Senza paura, Go be church!

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