Siamo campioni! Ma retrocediamo…

Il paradosso del Club atletico Tigre, possibile campione del campionato di calcio, che corre però il rischio di tornare in serie B
squadra Tigre Argentina

Si può vincere un campionato di calcio e contemporaneamente retrocedere? Nel mondo del variopinto calcio argentino, sì. Basta applicare le regole dell’attuale torneo, che fortunatamente la prossima stagione cambieranno.
 
Qual è il meccanismo? L’andata e il ritorno del campionato argentino, a 20 squadre, è stato diviso da anni in due tornei indipendenti (apertura e chiusura). Il che ha favorito la moltiplicazione delle squadre blasonate, che magari in Italia sarebbero appena protagoniste di un girone fulminante. L’obiettivo di questo controverso sistema puntava proprio a evitare che club poderosi, come Boca e River Plate, si accaparrassero il campionato della A, dato che in genere erano tra i pochissimi a disporre di una rosa di giocatori capaci di sostenere lo sforzo delle 38 partite tra andata e ritorno, più gli impegni delle coppe estere.
 
Come fare allora per stabilire la retrocessione? Alla fine del torneo “chiusura” retrocedono direttamente le due squadre ultime classificate, mentre la terz’ultima e la quart’ultima, in base alla media dei punti degli ultimi 3 anni, difendono la loro permanenza nella A, giocando rispettivamente con la terza e la quarta in classifica del torneo della serie B.
 
Fin qui tutto bene. Se non fosse che il regolamento inavvertitamente non ha previsto il caso paradossale di Tigre, squadra che rappresenta una località alle porte della capitale Buenos Aires, disposta sul delta del fiume Paraná, tornata alla serie A nella stagione 2011/2012.
 
A una giornata dal termine Tigre è primo in classifica insieme ad Arsenal. Pertanto potrebbe vincere il torneo che si conclude questa settimana ma, dipendendo dal risultato, eventuale ma possibile, col quale si dovesse consacrare campione e dai risultati delle altre squadre in zona retrocessione, potrebbe anche finire in serie B perché la sua pessima media nel torneo precedente lo mette al quint’ultimo posto della classifica generale degli ultimi tre anni. I risultati dell’ultima giornata potrebbero dunque peggiorare la sua media e metterlo nella circostanza di perdere la sua permanenza nella A.
 
Il regolamento della AFA (l’associazione che dirige il calcio argentino) conferisce ai dirigenti la facoltà di colmare lacune normative, come in questo caso, con decisioni ad hoc. La AFA ha deciso che, pur consacrandosi campione della A, in caso di retrocessione Tigre non entrerebbe nell’albo d’oro del campionato argentino e il torneo verrebbe assegnato al secondo in classifica. Dura lex sed lex.
 
Meno male che a partire dal prossimo torneo, si tornerà ai due gironi tradizionali. Originalità di un calcio che, nonostante tutto, continua a regalare al mondo campioni di razza.
 

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