Si riapre il dialogo con le Farc
Il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha annunciato nuove aperture con i capi della guerriglia. Anche il popolo indigeno Nasa si offre come intermediario per smilitarizzare il proprio territorio
Mentre il presidente Juan Manuel Santos annuncia che sono in corso contatti preliminari con i capi della guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), anche il leader del popolo Nasa, Feliciano Valencia Medina, fa udire la sua voce a nome del popolo che rappresenta: «Noi non vogliamo che le nostre vite siano militarizzate», precisa e chiede il ritorno a una vita normale per tutta la sua gente.
In Colombia si aspira alla pace e tutti sono logorati da più di 50 anni di guerriglia interna. L'annuncio del governo colombiano segue la decisione presa l'inverno scorso, quando le Farc annunciarono la fine dei sequestri di persona e la liberazione degli ostaggi nelle loro mani. Il comando della guerriglia in questo modo adempiva a una delle prime richieste stabilite dal governo per intraprendere qualsiasi negoziato di pace. L'altra clausola era la sospensione delle azioni militari.
Le Farc, in questi mesi, hanno registrato una serie di operazioni, sia della polizia, che interne, che hanno logorato la loro cupola militare e politica, mentre centinaia di effettivi, arruolati dalla guerriglia, hanno ridotto la loro forza della metà e forse anche meno. Nel frattempo il governo del presidente Santos ha messo in marcia una serie di modifiche legislative che permettono di inquadrare anche giuridicamente il processo di pace. Tra queste c'è la legge sulla smobilizzazione, quella sulle vittime della guerriglia, le nuove norme costituzionali e quelle sull'ordine pubblico.
In Colombia si aspira alla pace e tutti sono logorati da più di 50 anni di guerriglia interna. L'annuncio del governo colombiano segue la decisione presa l'inverno scorso, quando le Farc annunciarono la fine dei sequestri di persona e la liberazione degli ostaggi nelle loro mani. Il comando della guerriglia in questo modo adempiva a una delle prime richieste stabilite dal governo per intraprendere qualsiasi negoziato di pace. L'altra clausola era la sospensione delle azioni militari.
Le Farc, in questi mesi, hanno registrato una serie di operazioni, sia della polizia, che interne, che hanno logorato la loro cupola militare e politica, mentre centinaia di effettivi, arruolati dalla guerriglia, hanno ridotto la loro forza della metà e forse anche meno. Nel frattempo il governo del presidente Santos ha messo in marcia una serie di modifiche legislative che permettono di inquadrare anche giuridicamente il processo di pace. Tra queste c'è la legge sulla smobilizzazione, quella sulle vittime della guerriglia, le nuove norme costituzionali e quelle sull'ordine pubblico.
Ma al processo di pace tra governo e guerriglieri si unisce anche la voce dei Nasa, una popolazione indigena che vive soprattutto nella zona nord del dipartimento del Cauca, stanca di vivere nel fuoco incrociato dell'esercito, dei paramilitari e delle Farc. In sei mesi, quest'anno 54 indigeni sono stati assassinati per via dello scontro armato.
Feliciano, in rappresentanza del suo popolo ha ottenuto di poter parlare davanti al Parlamento colombiano per spiegare la situazione dei 165 mila indigeni Nasa, i cui territori fanno parte del corridoio strategico usato dalle Farc per trasportare la cocaina fino alle coste del Pacifico. La droga, principale mezzo per finanziare la loro lotta, è infatti un introito economico talmente alto che qualsiasi ostacolo su questo "cammino" illecito va abbattuto senza discussione.
L'iniziativa di Feliciano ha ottenuto che si recasse nella zona il presidente colombiano in persona, che ha chiesto perdono per le conseguenze del conflitto armato in tutto il Paese e specialmente nel Cauca. «Abbiamo avuto gia sufficienti morti – ha dichiarato Feliciano davanti ai legislatori – ed è arrivato il momento di mettere la parola fine a questo conflitto. Noi ci offriamo per la pace, offriamo il nostro territorio per dialogare». I Nasa puntano a recuperare la propria terra per vivere in pace, soprattutto le zone considerate sacre secondo la loro fede ancestrale. Forse è l'inizio di una nuova stagione per la Colombia.
Feliciano, in rappresentanza del suo popolo ha ottenuto di poter parlare davanti al Parlamento colombiano per spiegare la situazione dei 165 mila indigeni Nasa, i cui territori fanno parte del corridoio strategico usato dalle Farc per trasportare la cocaina fino alle coste del Pacifico. La droga, principale mezzo per finanziare la loro lotta, è infatti un introito economico talmente alto che qualsiasi ostacolo su questo "cammino" illecito va abbattuto senza discussione.
L'iniziativa di Feliciano ha ottenuto che si recasse nella zona il presidente colombiano in persona, che ha chiesto perdono per le conseguenze del conflitto armato in tutto il Paese e specialmente nel Cauca. «Abbiamo avuto gia sufficienti morti – ha dichiarato Feliciano davanti ai legislatori – ed è arrivato il momento di mettere la parola fine a questo conflitto. Noi ci offriamo per la pace, offriamo il nostro territorio per dialogare». I Nasa puntano a recuperare la propria terra per vivere in pace, soprattutto le zone considerate sacre secondo la loro fede ancestrale. Forse è l'inizio di una nuova stagione per la Colombia.