Si piange ancora per Giselle?

Repliche fino al 10 luglio alle Terme di Caracalla, a Roma, per un balletto che ancora commuove. Musiche di Adam, dirige  David Garforth 
Giselle - Terme di Caracalla

Tanta gente, tanti bambini alle Terme di Caracalla in Roma per “Giselle”, il balletto, anno 1840, su musiche di Adam. Per chi pensi si tratti del solito balletto classico ormai fuori uso o solo per nostalgici, bisogna dire che lo spettacolo mantiene una freschezza ancora invidiabile. La storia è troppo nota per raccontarla, ma l’amore infelice e impossibile di Giselle e Albrecht, l’incantesimo cattivo che impedisce ai due di amarsi, hanno una sincerità, una verità di sentimento che non è impossibile commuoversi ancora, per chi abbia qualche residuo di tenerezza nell’animo.

 

La musica di Adam è quella anni 1830-40, ossia il romanticismo che parte da Rossini e si affonda in Bellini e Donizetti, di cui si ricorda nel melodiare accattivante e orecchiabile, nella raffinatezza strumentale dei singoli, icastici pezzi. Soprattutto in quel delirio o pazzia per amore che ha fatto sospirare il pubblico di allora – e di ora – creando capolavori come “La Sonnambula” o la “Lucia di Lammermoor”, cui la musica si avvicina quanto a struggimento.

 

Ma non c’è solo dolore, ma gioia, eleganza, armonia nei passi a due, negli assoli e negli “insieme”. Friedemann Vogel, filiforme e agile come un principe romantico, svetta insieme alla delicata, sensibile Maria Yakovleva e al grifagno Wilfried di Manuel Paruccini, sui “tempi” intelligentemente “rubati” del direttore David Garforth. Il “rubato” è infatti indispensabile nell’eseguire la musica romantica perché è l’espressione del sentimento che contempla, ondeggia, respira a lungo prima di infuocarsi ne l ritmo vivacissimo, inebriante della danza d’amore. Bene l’orchestra, nonostante qualche imprecisione dei violini primi. Si replica fino al 10/7.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons