Si azzuffano
«I nostri due figli, fratello e sorella, sono diversi tra loro per carattere, interessi e aspirazioni. Anche se non sono più bambini, litigano spesso. C’è un modo per arrivare a un armistizio?».
Una certa competitività tra fratelli è forse inevitabile: condividere spazi e tempi vitali e cose personali, così come rispettare i beni comuni e gli impegni personali e familiari, è sempre una sfida per tutti, soprattutto per i giovani.
Proprio per questo, la presenza di fratelli e/o sorelle è un “di più” nella sfera delle relazioni: la possibilità più naturale per sperimentare fin da piccoli l’esistenza di un “altro” con cui sarà inevitabile condividere il raggiungimento di obiettivi personali e la costruzione di attività sociali.
Secondo l’economista Bruni, le due parole d’ordine, fiducia e gratuità, producono anche nelle famiglie un capitale di beni relazionali «che accumuliamo costantemente e con sacrifici nell’arco dell’intera esistenza, ma che poi porta i suoi frutti e i suoi rendimenti».
Aiutiamo i nostri figli a crescere apprezzando il valore del diverso da sé, con le sue attese e paure, i suoi sogni e i suoi i limiti, sapendo anche sostenere serenamente le proprie buone ragioni, nella sana autonomia di percorsi e scelte di vita.
Vivendo insieme questa esperienza educativa, non solo guadagneremo giorno per giorno una “pace” più stabile tra le mura domestiche, ma arricchiremo i ragazzi di un bagaglio molto utile anche per stabilire rapporti positivi con nuovi amici, compagni di scuola e colleghi di lavoro delle più varie convinzioni, nel rispetto delle regole della convivenza civile.
D’altra parte, la “fraternità” è il più alto ideale di convivenza umana, l’orizzonte più promettente per lo sviluppo solidale e duraturo dell’intera umanità; riconoscere un “fratello” sia in chi ci vive accanto sia nello sconosciuto, persino nel nemico, è la provocatoria proposta evangelica, di cui Gesù stesso si è posto come modello: «Uno solo è il Padre vostro… e voi siete tutti fratelli… amatevi come io vi ho amato».