Share, dove gli abiti ritrovano vita
Vestiti, gonne, pantaloni, abiti estivi ed invernali, da Share, il negozio solidale che ha aperto per la prima volta le sue porte a Milano nel 2014 (Via Padova 36), è possibile trovare abiti usati di tutti i tipi, di qualità ma soprattutto a prezzi bassissimi.
Il progetto è stato sviluppato da Vesti Solidale Società Cooperativa Sociale Onlus, con l’obiettivo di dare una seconda vita ad abiti di altissima qualità in disuso, che altrimenti sarebbero finiti nelle discariche. I capi provengono dall’Italia ma anche dalle grandi capitali europee dove alcune cooperative sociali si occupano della raccolta e della selezione degli indumenti, solo alcuni abiti infatti possono essere recuperati ed essere esposti nel negozio. Nonostante si tratti di abiti di seconda mano infatti, uno tra gli obiettivi principali è quello di coinvolgere tutta la cittadinanza, mettendo in vendita solo abbigliamento di qualità e di marca, in alcuni casi è addirittura possibile trovare capi che hanno ancora attaccato il cartellino di vendita e che quindi non sono mai stati utilizzati, la differenza rispetto agli altri negozi è invece nel prezzo accessibile a tutti. Ma la novità più importante è un’altra: tutto il ricavato proveniente dalla vendita viene destinato a progetti sociali sul territorio, non c’è quindi un guadagno economico per i gestori che hanno deciso di sfruttare il mercato della moda per fare del bene.
Da considerare anche un secondo aspetto importante: dare una seconda vita a tonnellate di abiti usati vuol dire salvaguardare l’ambiente da ulteriori rifiuti. Inizialmente la paura più grande era di non avere un riscontro positivo da parte dei cittadini, ma solo nel primo anno, grazie alle vendite, Share ha contribuito per circa 20 mila euro al finanziamento di diversi progetti sociali.
Grazie al coinvolgimento di altre cooperative sociali inoltre nuovi negozi Share sono stati aperti a Milano (Viale Umbria 52 e Via Bessarione 14), Varese (Via Cavour 36), Lecco (Via Ettore Monti 19) e Napoli (Corso Umberto I), con la creazione di posti di lavoro destinati soprattutto a giovani e alle donne. Un primo importante passo verso la creazione di un franchising solidale.