Sextortion, in aumento i ricatti sessuali
Sextortion è un ricatto di tipo sessuale che viene effettuato via Internet, sui social network o via mail. Questo termine inglese unisce le parole sesso ed estorsione e, seppure molto conosciuto da anni, è tornato pericolosamente di attualità. Gli adulti vengono solitamente contattati con diversi tipi di mail. In qualche caso si riceve una notifica in cui si legge di essere stati scoperti mentre si consultava materiale pedopornografico. In altri, il mittente spiega di essere in possesso di foto o video compromettenti. Ci sono anche le finte comunicazione di polizia – molto realistiche – in cui si spiega ai destinatari di essere indagati dalle forze dell’ordine per reati gravissimi – dal traffico sessuale alla pedofilia. In ogni caso, viene sempre indicato un link, un numero o un sito da (NON) contattare per avere chiarimenti sulla propria posizione.
I giovanissimi, a partire dai 13 anni, ma soprattutto dai 15 ai 17 anni, vengono invece approcciati sui social network da finti e avvenenti coetanei con like, battutine, apprezzamenti. Si avvia un colloquio, un rapporto virtuale sempre più intenso, poi parte la richiesta di video, live chat o foto intime. Una volta che la vittima cade nella trappola, comincia l’incubo con ricatti e richieste di denaro o di prestazioni sessuali, pena la diffusione del materiale sui social. Per la paura e la vergogna, e per le minacce di non dire niente a nessuno, molti cadono in una spirale da cui non sempre riescono ad uscire indenni.
Per la riservatezza di chi viene ricattato, il fenomeno è sommerso, ma negli ultimi mesi i casi di denuncia di sextortion sono aumentati considerevolmente, tanto che la polizia postale ha diramato un vademecum per proteggere le possibili vittime, in particolare i minori. La polizia postale consiglia di non cedere ai ricatti e di non pagare mai. Se i truffatori capiscono che la vittima ha una disponibilità economica si faranno più insistenti e pericolosi. Le forze dell’ordine invitano chi viene raggirato a non vergognarsi e a non aver paura. Soprattutto, non vanno cancellati i messaggi degli estorsori, ma si devono fare gli screenshot delle chat, dai cui emergono le minacce e i ricatti. Bisogna parlare del problema con i genitori o con adulti fidati e, soprattutto, bisogna segnalare quanto sta accadendo alle forze dell’ordine, anche sul portale www.commissariatodips.it. Chi ha più di 14 anni può comunque fare denuncia, anche in modo autonomo, in ogni stazione dei carabinieri e in ogni ufficio di polizia.
Le forze dell’ordine danno dei consigli anche ai genitori, chiedendo loro di non giudicare irresponsabile il comportamento dei loro figli, ma di ascoltarli e rassicurarli, nonché di aiutarli a raccogliere gli screenshot delle minacce e di fare il prima possibile denuncia.