7 o 56 miliardi per il Reddito di Cittadinanza?
In questi ultimi giorni il confronto dei membri del governo con la realtà dei conti dello stato sta prendendo una piega sempre più assurda: quando chi si azzarda a fare due conti contesta la insostenibilità matematica dei programmi di spesa, i membri del governo invece di contestare i calcoli rispondono affermando che è loro compito seguire la volontà della maggioranza che li ha votati: forse dimenticano che non esiste al mondo maggioranza che possa sovvertire la matematica.
La cosa può sfuggire a giovani ministri entusiasti ed un po’ superficiali ma non può sfuggire agli esimi professori in economia Tria e Savona ed al primo ministro Conte.
Un esempio eclatante è il conteggio del Reddito di Cittadinanza: il vicepremier Di Maio ha annunciato dal balcone di palazzo Chigi la “Cancellazione della Povertà” per i sei milioni di poveri italiani, grazie all’inserimento nella manovra di governo di sette miliardi dedicati specificamente ai sussidi per il reddito di cittadinanza, pari a 780 euro al mese per disoccupato o indigente.
Moltiplicando i 780 Euro per dodici mesi, si ottiene una spesa annuale di 9.360 Euro all’anno per povero, (10140 se fosse prevista anche una tredicesima), e dividendo i sette miliardi stanziati per questo importo si calcola senza possibilità di errore che essi permettono di togliere dalla povertà solo 750.000 poveri: agli altri 5.250.000 poveri chi ci pensa? Servirebbero cinquantasei miliardi all’anno, non sette, per pensare a tutti!
Non pensa Di Maio che potrebbe essere politicamente controproducente disilludere l’87.5 % di chi lo ha votato fidandosi delle sue promesse elettorali? O forse, rendendosene conto, spera che questo fatto venga alla luce solo dopo le elezioni europee?
Sulla questione del reddito di cittadinanza cfr articolo di analisi delle posizioni pubblicata da cittanuova.it