Sete di Pace. Ad Assisi 30 anni di religioni e culture

Dal 18 al 20 settembre, incontro interreligioso organizzato ad Assisi da Comunità di Sant’Egidio, diocesi della città umbra e Famiglie Francescane. Attesi centinaia di rappresentanti di religioni e culture diverse da tutto il mondo. Prevista la presenza di papa Francesco a 30 anni dalla prima Giornata mondiale di preghiera per la pace convocata da Giovanni Paolo II
Assisi Ansa

Un nuovo appuntamento ad Assisi per la pace. Dal 18 al 20 settembre ancora una volta leader religiosi di tutto il mondo, persone di cultura di alto profilo e rappresentanti di coloro che non hanno un riferimento religioso saliranno sulle colline umbre per celebrare momenti di riflessione e di condivisione, ma soprattutto di preghiera per la pace. Non poteva mancare la presenza di papa Francesco, fra rappresentanti mondiali di ogni tradizione, sia fra i cristiani che fra le altre religioni. Bergoglio prenderà parte alla giornata conclusiva dell’evento, il 20 settembre, ed incontrerà alcuni dei leader religiosi oltre che partecipare al momento culmine della tre giorni umbra sulla pace, voluta da mons. Sorrentino, vescovo di Assisi, dalle famiglie francescane e, in particolare da padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento, oltre che dalla Comunità di Sant’Egidio.

 

Quest’anno si celebrano i trent’anni della Giornata Mondiale di Preghiera di Assisi, convocata da San Giovanni Paolo II il 27 ottobre del 1986. Commentando quell’intuizione geniale del papa polacco, il cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano, sulle colonne dell’Osservatore Romano di oggi, sottolinea che si era trattato di un “fatto senza precedenti” che “squarciò il muro del pessimismo e della rassegnazione, in un mondo ancora diviso dalla cortina di ferro” e dove “la guerra, seppure fredda in molte situazioni, era considerata una compagna inevitabile della vita degli uomini”.

 

 Tanto si è discusso anche, e forse soprattutto all’interno della Chiesa cattolica, sul senso di quell’evento e, a fronte delle non poche critiche che esso attirò, resta il fatto che si era trattato di “una preghiera senza commistioni sincretistiche – ancora nelle parole del Segretario di Stato vaticano – ma rispettosa delle diversità”, in cui, come spiegò in quell’occasione lo stesso San Giovanni Paolo II, tutti i credenti si fecero artefici di un “nuovo linguaggio di pace” che spezzava le “catene fatali” delle “moderne ideologie”.

 

Il teologo italiano Ruggeri, riferendosi a quella giornata, afferma che l’iniziativa di Giovanni Paolo II “non si lascia inquadrare facilmente nel contesto di una qualsiasi teologia delle religioni allora esistente. Pensare ad un incontro di preghiera fra gli esponenti delle varie religioni era qualcosa di diverso e di difficilmente integrabile nelle visioni abituali.

 

E “quel gesto – afferma lo studioso –rimane a tutt’oggi unico […] esso significò la pace senza remore fra le religioni. […] tutte le teologie del dialogo interreligioso restano inadeguate per comprendere la ricchezza di quel gesto stesso”.

 

Era necessario continuare quella profezia e la Comunità di Sant’Egidio ha raccolto l'invito finale del Papa in quello storico incontro delle religioni: "Continuiamo a diffondere il messaggio della Pace e a vivere lo spirito di Assisi". 

 

Da allora, nel corso di 30 anni, la Comunità con sede a Trastevere a contribuito a far vivere e crescere lo “spirito di Assisi”, con manifestazioni che ogni anno si sono tenute, nel mese di settembre, in varie parti dell’Europa con l’eccezione di Washington nel 2006.

 

 

L’evento di quest’anno, sotto il titolo di “Sete di Pace. Religioni e Culture in dialogo”, non vuole essere, come è stato sottolineato nella Conferenza Stampa tenutasi ieri ad Assisi, un evento celebrativo, ma, piuttosto, il racconto di una storia da cui sono maturate tante novità positive:dalla caduta del Muro di Berlino, appena tre anni dopo Assisi 1986, alla pace in Mozambico, facilitata dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla tragedia dell’11 settembre alla più recente ‘Terza Guerra mondiale a pezzi”, come papa Francesco stesso definisce l’attuale situazione mondiale.

 

Oggi, infatti, siamo di fronte a problemi diversi: siamo entrati nell’era della globalizzazione e dobbiamo affrontare pericoli diversi come quelli del terrorismo. In tale contesto lo spirito di Assisi è ancora più prezioso e decisivo per dare una risposta positiva alla violenza dalle religioni e far nascere nuove alleanze per la pace.

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