Servono i ricatti per far mangiare i bambini?

"Se mangi ti do un premio" oppure "se non finisci le verdure non puoi guardare i cartoni": funzionano questi "ricatti" alimentari o forse è meglio cercare altre strade per far mangiare i nostri figli? Il consiglio della vicepresidente dell'Associazione Afn onlus. Dal primo inserto per educatori del giornalino Big, Bambini in gamba, di Città Nuova
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Un giorno ho sentito una nonna come me dire al nipotino: «Dai, mangia l’insalata. Vedi Giulia com’è brava?! Se mangi, Gesù è contento e io ti compro le figurine». Quanta buona volontà dietro a queste frasi, ma, se ci pensiamo bene, si tratta di ricatti, neppure troppo innocui, che si fanno ai bambini. Che fare allora?

 

È compito di mamma e papà dare le regole e io, nonna, posso essere più o meno d’accordo, ma le devo rispettare e ricordarle ai bambini trasmettendo messaggi positivi: «Ti ricordi che il papà ti ha spiegato che l’arancia non fa venire il raffreddore?». A volte è difficile trovare l’equilibrio nel ruolo di nonni: la giusta amorevolezza non può scivolare nel permissivismo.

 


È indispensabile rispettare le regole di mamma e papà riguardo al cibo, sulla messa a letto, sul tempo da passare davanti alla tv… Sono piccoli accorgimenti che ci aiutano a vivere in accordo con figli, nuore, generi e che aiutano la crescita e l’autonomia di quella famiglia nata il giorno in cui i figli sono usciti di casa, che è nuova e diversa dalla nostra.

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