Serve un voto casto e libero
L’altra sera ho avuto l’occasione di incontrare – insieme ad altri amici – alcuni candidati alla carica di sindaco, consigliere comunale e consigliere di circoscrizione di diversi partiti e liste, e anche di diverse città della provincia di Palermo che si ispirano al Movimento politico per l’unità. Quel che li accomuna, oltre naturalmente la passione per la politica e la voglia di spendersi per il bene comune, è anche la passione per l’unità.
Nell’incontro, a tratti, è venuta in evidenza la fatica dell’impegno e talvolta la solitudine. E non poteva essere diversamente, posto che l’impegno politico è un amore forte nei confronti della propria terra. Un amore che non fa sconti e non regala scorciatoie.
Un fatto andava, subito, sottolineato: ci si trovava insieme a persone candidate, ma che in quel momento avevano deciso di sospendere la propria campagna elettorale, di mettere da parte per un paio d’ore la legittima ricerca del consenso, per ritrovarsi – nella certezza di non prendere neppure un voto –, ma con la passione di chi sta compiendo un atto forte e solenne: ritagliarsi un piccolo spazio dove condividere – con schiettezza e fermezza – gli stessi ideali. Quegli stessi ideali che, subito dopo, ciascuno di loro, uscendo, aveva l’affascinante compito di declinare nella propria scelta politica.
A guardarli uno per uno veniva da chiedersi quanto fossero distanti le voci e le polemiche di questi giorni. L’antipolitica che vuole far fuori la politica; i partiti in affanno che si sentono assediati. Non voglio nascondere le sofferenze e talvolta la voglia di mollare tutto che qualche candidato, fiducioso del rispetto a cui ciascuno aveva diritto in quella stanza, voleva condividere con gli altri.
Personalmente l’ho avvertito come una necessità imprescindibile da parte di tutti: condividere, seppur nella diversità di opzioni e scelte politiche, peraltro in questa fase di campagna elettorale fortemente sottolineate. Condividere le motivazioni all’impegno, la vocazione che ciascuno di loro aveva sentito e che lo aveva spinto a candidarsi. Scoprire che queste motivazioni sono alla base dell’impegno di ciascuno.
Ecco, questo mi sembra il primo risultato che può essere sicuramente messo in evidenza. Il vero servizio che possiamo fare per le nostre città e terre martoriate, provate, se non dalla corruzione sicuramente da una crisi che ormai morde a tutti i livelli, sta proprio nel voler rifondare la politica facendola "ridivenire" sincero servizio disinteressato verso la propria comunità. E se lo si fa già dalla campagna elettorale, è garanzia che verrà fatto naturalmente durante tutto il mandato politico.
Elemento singolare di quell’incontro tra amici era rappresentato dal fatto che, se vi erano i candidati, vi erano anche quelli che candidati non sono, gli elettori cioè, che di questi tempi dimenticano proprio la loro sovranità. Dimenticano che stanno per svolgere un compito altissimo e pieno di sacralità: esprimere il voto per la propria comunità.
Devo ringraziare gli amici che mi hanno invitato a questa serata, perché ho potuto vivere concretamente quel che da anni dico, nei miei incontri in tutta Italia, sulla cultura della legalità. Così come i ragazzi del comitato Addiopizzo hanno promosso il consumo critico, quale strumento per lottare contro il racket e sostenere l’economia sana, adesso bisogna promuovere il consenso critico, cioè lo strumento per combattere la corruzione e il disimpegno e sostenere anche mettendoci la faccia, la politica sana. Ed è un impegno per tutti: nessuno può sentirsi escluso.
Proprio in questi giorni sono avvenuti fatti spiacevoli, e la politica si dimostra sempre più incapace di darsi regole e di difendersi dalla criminalità organizzata. L’arresto di un candidato al consiglio comunale di Palermo è solo la punta di un iceberg e, quand’anche fosse un fatto isolato, fa comprendere quanto urgente sia un impegno concreto in politica, tanto dei candidati quanto degli elettori.
Il voto “casto e libero” cui faceva riferimento alcuni anni or sono il sociologo Tommaso Sorgi è la risposta seria, appassionata, civile allo smarrimento che le nostre comunità stanno provando. Riconquistare la sovranità come elettori è la risposta. La sovranità vissuta e sperimentata come comunità è il metodo. Se vogliamo ricostruire le nostre città e l’Italia.