Sergio Mattarella, la serietà al Quirinale
Sabato 31 gennaio a Montecitorio, alle ore 13.32, con 665 voti (ne servivano 505, cioè la metà più uno dei votanti), dalle camere riunite con i rappresentanti delle regioni, è stato eletto presidente della Repubblica Sergio Mattarella, membro della Corte costituzionale, ex democristiano, ex deputato, ex ministro, fratello di Piersanti, presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia nel 1980, ex professore universitario…Un lungo applauso di tre minuti segue l'annuncio della presidente della Camera, Laura Boldrini
Una breve analisi politica, condivisa dai più noti osservatori della politica nostrana, evidenzia come un tale risultato, che pochi avrebbero previsto nelle fibrillazioni degli ultimi due mesi, premi indubbiamente – al di là della valutazione su di esso – il “metodo Renzi” che in quest’occasione, e per il momento, risulta vincente: il Pd ha ritrovato la sua unità, almeno di facciata, mentre il centrodestra è stato messo in difficoltà da quello che è stato visto dai suoi esponenti come un “tradimento” del premier. Il M5S non è mai salito al proscenio, né la Lega, Fratelli d’Italia o Scelta Civica. Vendola ha votato col Pd un ex-democristiano, così come l’Ncd che tuttavia ha perso qualche pezzo… Ovvia conseguenza: il Patto del Nazzareno è stato messo in difficoltà e bisognerà vedere se reggerà all’urto. Le riforme rischiano di conoscere uno stop o perlomeno un cambiamento di direzione.
Ma in questi frangenti l’attenzione va posta sull’eletto, Sergio Mattarella, uomo schivo, tutto d’un pezzo, capace di decisioni controcorrente e di pagare di persona, come quando si dimise da ministro per non votare la Legge Mammì sull’audiovisivo, premessa politica ed economica dell’entrata in politica di Silvio Berlusconi. Un cattolico e un democristiano, un uomo di cultura e di legalità, una persona che non ama le passerelle mediatiche e che sa restare in silenzio. Stupisce, nonostante le divisioni politiche, il quasi unanime apprezzamento per l’eletto. Alcuni lo hanno fatto con sinceri sentimenti, altri certamente un po’ obtorto collo. Ma non si può lanciarsi impunemente contro un uomo che ha dato prove di serietà e di inflessibilità senza suscitare reazioni negative nell’opinione pubblica.
Preme sottolineare in questi primissimi minuti dopo l’elezione una qualità che Mattarella ha mutuato dai Moro e dai De Gasperi, quella di avere visione politica e saper far convogliare le divergenti opinioni politiche. È questo, si spera, che Mattarella porterà al Quirinale, in un momento in cui l’Italia ha estremo bisogno di coesione sociale e politica per riuscire a superare la gravissima congiuntura economia e soprattutto morale del Paese.