Senza tv si può
A proposito della risposta “La tv ci sfida” di Maria Rosa Pagliari, pubblicata sul n. 12/2011.
Mediocrità «Sono stupita della risposta per cui, senza tv, verrebbero a mancare ruoli e funzioni che secondo gli studiosi la tv svolge. La nostra famiglia avrebbe invece risposto in coro: “Non vi mancherebbe assolutamente nulla!”.
«Siamo sposati da 13 anni e, a parte una breve parentesi di un anno, non abbiamo mai avuto la tv (nelle nostre famiglie di origine invece c’era). Abbiamo un figlio di otto anni e una bimba di quattro. La nostra giornata è scandita dai rituali familiari: colazione, scuola, gioco, merende, conversazioni basate sui fatti della nostra giornata e sugli eventi di cronaca che seguiamo alla radio. Abbiamo il computer e i bambini guardano i cartoni animati in dvd, quando se li ricordano. Abbiamo tanti libri e in casa girano varie riviste e giornali.
«Ogni tanto i nostri figli si annoiano, ma dopo cinque minuti di sana noia scatta la fantasia e inventano giochi meravigliosi. Ieri a tavola parlavo di una famiglia curda che ho conosciuto al lavoro. Mio figlio ha chiesto chi sono i curdi. In Internet abbiamo cercato insieme foto e video sul Kurdistan e sui bambini curdi. Alla fine lui ha commentato: “Interessante, adesso mi sento più saggio!”.
«In Internet cerchiamo le informazioni quando ci interessa, scegliendo le fonti di cui ci fidiamo di più, non quando lo decide il palinsesto a seconda del punto di vista del direttore di turno. Soprattutto lo facciamo insieme, senza lasciare “il bambino a casa da solo con la televisione accesa per dargli l’idea che ci sia qualcuno in casa”.
«Quando, parlando con gli altri diciamo che non abbiamo la tv, tutti commentano: “Bravi, tanto non c’è nulla di decente!”. Tanti si lamentano della mediocrità dei programmi, della scabrosità delle immagini dei tg che turbano i bambini, dei litigi per far rispettare ai figli le regole sull’utilizzo della tv, dei costi mensili per poter vedere via satellite programmi decenti. Ci capita di andare a cena da parenti e amici e avere la tv di sottofondo; inevitabilmente quello che passa il palinsesto diventa oggetto di conversazione a tavola, distogliendo l’attenzione dalla vita (lavoro, salute, interessi) dei commensali.
«È vero, i nostri figli sono ancora piccoli. Quando saranno grandi, se l’assenza della tv dovesse diventare motivo di conflitto la prenderemo. Ma finché loro non la chiedono, perché imporgliela? Mio figlio, iniziato il nuovo asilo, a casa parlava sempre del suo compagno D. (quattro anni). Quando finalmente l’ho conosciuto gli ho detto: “Così tu sei il famoso D.!”. Lui mi ha risposto serio: “Perchè famoso? Non sono mai andato in tv!”. Tranquilli, senza televisione non vi verrebbe a mancare nulla».
Maria Stella