Il senso del migrare
Marco Baliani è partito dal mito per interrogarsi e interrogarci sul senso profondo del migrare. La prima ispirazione è stata l’Eneide, il poema di Virgilio che celebra la nascita dell’impero romano da un popolo di profughi. Poi l’incontro con Lella Costa e la reminiscenza di un altro mito: Ero e Leandro, i due amanti che vivevano sulle rive opposte dell’Ellesponto. Human parte così dal tema delle migrazioni e dalla volontà di raccontarne l’“odissea ribaltata”, ma che nel suo farsi vira incalzato dagli eventi: al centro si pone lo spaesamento comune, quell’andare incerto di tutti quanti gli human beings in questo tempo fuori squadra. È una ricerca teatrale che riflette su quanto sta accadendo in Europa, intesa come entità geografica, ma anche come sistema di valori e idee, con i muri che si alzano, i fondamentalismi che avanzano, gli attentatati che sconvolgono, i profughi che cercano rifugio. Un esempio di teatro civile che anche diverte, rendendoci più consapevoli e virtuosamente indignati o commossi. Uno spettacolo che, come definiscono i suoi autori, vuole indagare «la presenza dell’umano e al tempo stesso la sua possibile negazione». Giuseppe Distefano.