Senegal: Diomaye Faye presidente al primo turno

Bassirou Diomaye Faye, principale candidato dell’opposizione, ha vinto al primo turno le presidenziali del Senegal. Faye (44 anni) aveva il sostegno di una coalizione di 118 movimenti e piccoli partiti, compreso il Pastef (Patrioti africani del Senegal per il lavoro, l’etica e la fraternità) che era stato sciolto 7 mesi fa.
Il presidente del Senegal Bassirou Diomaye Faye. Foto Ansa, EPA/JEROME FAVRE

Dopo le elezioni in Senegal di domenica 24 marzo, il giorno successivo, lunedì 25, sono stati resi noti i risultati. Nelle liste elettorali risultavano iscritti oltre 7 milioni di aventi diritto per una popolazione complessiva di circa 17 milioni di abitanti (il Paese ha un alto tasso di natalità). Per vincere, i candidati dovevano ottenere più del 50% dei voti. Bassirou Diomaye Faye, il luogotenente di Ousmane Sonko, il più popolare oppositore del governo uscente, ha vinto al primo turno: è la prima volta in questo paese democratico dell’Africa occidentale. Una vittoria della democrazia.

Dall’avvento del multipartitismo, il Senegal ci ha abituato ad un gioco democratico per eccellenza. Un modello per il continente africano, minato negli ultimi due anni da un dilagare di colpi di stato.

La vicenda ha il sapore di un colpo di scena degno di una telenovela hollywoodiana. Tuttavia, tutto era iniziato male. A febbraio scorso, il presidente uscente, Macky Sall, aveva rinviato a tempo indeterminato la data delle elezioni presidenziali (previste inizialmente per il 25 febbraio). Poi, a causa del malcontento generale, ha accettato di programmarle a dicembre 2024. Ma non ha fatto i conti sul coraggio e l’integrità del Consiglio costituzionale, che non ha avallato la decisione di Macky Sall ed ha aperto la porta alla liberazione di numerosi oppositori politici che si trovavano in carcere, tra cui lo scomodo Ousmane Sonko, leader del Pastef (Patrioti africani del Senegal per il lavoro, l’etica e la fraternità), partito (dichiarato fuori legge ad agosto scorso) da cui proviene anche Bassirou Diomaye Faye, l’attuale presidente eletto.

Uscito di prigione solo dieci giorni fa, Faye ha assicurato, durante la sua prima dichiarazione ufficiale da neo-presidente, che il suo Paese resterà “un alleato sicuro e affidabile” di tutti i partner stranieri “rispettosi”. Sul fronte interno, Faye ha indicato i suoi “obiettivi prioritari”: riconciliazione nazionale, rifondazione delle istituzioni e una significativa riduzione del costo della vita. “Mi impegno a governare con umiltà, con trasparenza, a combattere la corruzione a tutti i livelli”, ha dichiarato appena eletto.

Amadou Ba, foto Ansa. EPA/JEROME FAVRE

Una vittoria riconosciuta all’indomani delle elezioni anche da Amadou Ba, candidato della coalizione finora al governo. Anche il presidente uscente Macky Sall si è congratulato con il vincitore. L’ex ministro e attuale rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la Libia, Abdoulaye Bathily, ha scritto sul social X: “Mi congratulo con il Pastef e i suoi leaders Sonko e Diomaye Faye e con tutte le forze vive del nostro Paese per questa grande vittoria che apre la strada alla riabilitazione dell’eccezione senegalese e alla ripresa della marcia del nostro bel Paese nella democrazia e nel progresso”.

Il presidente francese Emmanuel Macron gli ha augurato successo, e Faye ha detto che vuole essere il “candidato per il cambiamento di sistema” e per il “panafricanismo di sinistra”. Il suo programma insiste sul ripristino della “sovranità” nazionale, che secondo lui è stata svenduta all’estero. Ha promesso di combattere la corruzione, distribuire meglio la ricchezza e si è impegnato a rinegoziare i contratti minerari, del gas e del petrolio conclusi con società straniere.

Per Gilles Olakounlé Yabi, direttore del laboratorio di idee Wathi (West Africa Citizen Think Tank): “Bassirou Diomaye Faye era uno dei due favoriti. La sua vittoria è l’espressione di un profondo sentimento di esasperazione nei confronti della governance del presidente uscente, Macky Sall […] la prospettiva di un rinvio del voto a dicembre, quando inizialmente si sarebbe dovuto tenere il 25 febbraio, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.

La vittoria di Faye riflette inoltre la frustrazione dei giovani per l’elevata disoccupazione e le preoccupazioni sulla governance in Senegal. Il Paese era ultimamente precipitato in una delle crisi più gravi degli ultimi decenni. In tre anni, i disordini hanno causato decine di morti e portato a centinaia di arresti. La violenza ha scosso la reputazione del Senegal come democrazia stabile in una regione che ha visto un’ondata di colpi di stato. Gruppi per i diritti umani hanno affermato che decine di persone sono state uccise durante le proteste, mentre circa mille persone sono state incarcerate.

In dodici elezioni presidenziali basate sul suffragio universale, questa è la prima volta che un candidato dell’opposizione vince al primo turno.

Il nuovo presidente del Senegal è un ex ispettore fiscale, ed era poco conosciuto finché Sonko non lo nominò suo erede politico. Bassirou Diomaye Faye (44 anni) si prepara a diventare il più giovane presidente di questo paese dell’Africa occidentale e il più giovane capo di stato eletto attualmente in carica in Africa.

_

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it
_

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons