Sempre più specie a rischio
È in grave pericolo la biodiversità dei nostri mari.
In questi mesi diverse commissioni ed enti internazionali hanno posto l’attenzione allo sfruttamento delle acque del Mediterraneo. In particolare, alcuni documenti e studi della Commissione internazionale per la conservazione del tonno atlantico (Iccat) e l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) denunciano il rischio di scomparsa di oltre 40 specie di pesce dalle nostre acque. Si tratta di tonni, cernie e spigole, ma anche di alcune specie di pescecani e razze che rischiano l’estinzione. Questo comporta un danno gravissimo alla biodiversità e agli equilibri che regolano i nostri mari. Le cause sono da attribuire all’eccessiva attività di pesca, ma anche all’inquinamento e alla perdita di habitat.
Quando siamo a fare la spesa di fronte a tanta scelta di pesce o siamo seduti al ristorante e chiediamo del pescato, non immaginiamo come le nostre preferenze condizionino le scelte di mercato e come esso sia in grado di orientare politiche importanti che riguardano la conservazione della natura e così di diverse specie animali.
Un esempio particolarmente interessante è legato al consumo di tonno, che tanti di noi associano alle inesauribili scorte di scatolette presenti sugli scaffali del supermercato. Eppure, questo pesce noto sin dall’antichità da greci e romani per la prelibatezza delle carni, rischia l’estinzione per l’eccessivo pescaggio. Infatti, per far fronte alla crescente domanda del mercato europeo, si sta ricorrendo persino da anni alla pesca del tonno pinne gialle, pescato nelle aree subtropicali e tropicali del pianeta.
Un’altra minaccia per la biodiversità mediterranea viene anche dalla fuga di pesce dagli allevamenti in mare. Questi animali che in genere possiedono un bagaglio genetico selezionato, possono, riproducendosi con le specie autoctone, modificarne la resistenza, compromettendo le capacità adattative e riproduttive.
Di fronte alle contraddizioni del mercato e al rischio che le nostre scelte possano minacciare la salute del pianeta, cosa possiamo fare come consumatori? Introdurre una alimentazione per quanto possibile differenziata, sostenere le attività di pesca locale, come anche aderire e sostenere azioni di valorizzazione e conservazione di aree marine protette. Può essere un inizio.