Sempre di tivù
«Mi chiedo perché le sue risposte riguardano così spesso il rapporto tra bambini e televisione».
Aldo ‑ Trieste
«Mi chiedo perché le sue risposte riguardano così spesso il rapporto tra bambini e televisione».
Aldo ‑ Trieste
La visione della tivù è un fenomeno pervasivo e centrale nella vita di (quasi) ogni bambino del mondo. Pochissimi altri fenomeni culturali hanno un’analoga penetrazione e meno ancora hanno ottenuto uno status globale come la tivù. Il suo impatto nella vita e nella formazione dei bambini è così forte che, secondo diversi studiosi, in questi decenni stiamo assistendo all’abbreviarsi dell’infanzia, in quanto, attraverso la tivù, i bambini sono esposti al mondo degli adulti senza la necessaria mediazione e protezione. Atti sessuali, corpi in bella vista, guerre, carestie e violenza sono accessibili ai bambini premendo semplicemente un tasto.
Il mondo non si svela più gradualmente man mano che crescono: il mondo è diventato senza mura di protezione. Inoltre, secondo vari studiosi, il mezzo televisivo, ponendo i bambini di fronte alle debolezze degli adulti – crimini, ingiustizie, fragilità – può minare l’autorità dei genitori e la fiducia negli adulti come persone responsabili, in grado di proteggerli. Pertanto i bambini possono rischiare di crescere in un clima di sfiducia, mancanza di speranza e assenza di confini.
Generalmente la tivù non è considerata un’educatrice per i figli; si pensa che le esperienze più importanti derivino dai genitori, dalla scuola, dalle relazioni interpersonali, ma ci sono tanti bambini che crescono con la tivù. Essa ha un’enorme influenza sullo sviluppo dei bambini soprattutto per il linguaggio, i valori, i comportamenti. Basti pensare come i personaggi televisivi sono per bambini e adulti modelli di identificazione e imitazione, arrivando a interiorizzare inconsapevolmente il sistema di valori che incarnano. Forse ne siamo troppo poco consapevoli.
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