Semplicità e straordinarietà

Chiusa la fase diocesana del processo di canonizzazione di don Dario Porta, una vita semplice che ha lasciato un segno in molti
Dario Porta

Semplicità e straordinarietà a braccetto. Questa la sintesi della vita di don Dario Porta. Un sacerdote semplice, umile e dolce. A contraddistinguerlo fra tanti il suo sorriso onnipresente, anche nei momenti più duri.

Un sacerdote che ha saputo coniugare la routine quotidiana con l’esclusività di ogni momento dedito al servizio dei fratelli. E’ questo uno dei motivi per cui don Dario ora sta percorrendo il cammino stabilito dalla Chiesa per giungere alla canonizzazione. Sabato scorso si è chiusa in Duomo a Parma la fase diocesana del processo. Il vescovo della città, monsignor Enrico Solmi, ha celebrato una messa solenne e poi al termine sono stati sigillati tutti i documenti su don Dario raccolti in quasi cinque anni di lavoro: non solo il suo diario, ma anche le testimonianze di chi lo ha conosciuto e infine il racconto dei miracoli, che ora saranno studiati dalla Congregazione della Causa dei Santi.

 

Ben 4500 pagine, raccolte in 11 plichi, che nei prossimi giorni verranno consegnati al Vaticano. Pagine che raccontano una vita semplice, dove il protagonista tante volte non è don Porta, ma il fratello che amava.

Meno di 12 anni dalla morte di Don Porta avvenuta nel 1996 a causa di un tumore; che «lui ha accettato anche nel momento del dolore – racconta Irma, la sorella– come volontà di Dio. Si è sempre abbandonato nelle mani del Padre e non ha mai dubitato del Suo infinito Amore».

 

La vita di don Dario trovava radice nel “a tu per tu” di ogni giorno con Gesù e nella comunione costante di quanto viveva con altri sacerdoti con cui condivideva le sue scelte e le sue spinte interiori. Una vita dunque radicale, che non si è lasciata scalfire dai moti rivoluzionari dei giovani del ’68, anzi in quei momenti di contestazione, che vivevano anche i suoi parrocchiani, lui ha fatto spazio a tutti ascoltandoli e tacendo.  «Nella nostra parrocchia – è don Pietro Viola che racconta episodi della vita con don Dario – vi era tanta tensione e i fedeli erano divisi in due parti, in tanti erano arrabbiati contro noi sacerdoti; don Dario in meno di un anno ha ristabilito la pace fra tutti e con tutti, lui non parlava molto, anzi soprattutto taceva, ma quelle rare volte che diceva qualcosa, donava sempre una parola saggia».

 

E don Dario tra Parma e provincia sono in tanti che lo ricordano. Il duomo sabato scorso popolava di fedeli provenienti anche da paesi lontani della montagna, paesi dove tanti orgogliosi ora dicono: «don Dario mi ha sposato»; «don Dario mi ha dato la prima comunione»; «don Dario ha aiutato mio padre a trovare lavoro». Sono sempre quei fedeli, amici e conoscenti che oggi ringraziano il sacerdote e chiedono intercessioni per tante situazioni che vivono. In tutti la certezza che lui dal Paradiso sta osservando tutto incredulo: lui che ha sempre occupato l’ultimo posto, ora si trova in cammino per divenire santo.

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