Semi digitali
Quattro notizie di prima importanza questa mattina: la Bayer acquista la Monsanto, per la bazzecola di 59 miliardi di dollari, e diventa così il colosso mondiale dei semi per l’agricoltura; in Inghilterra un gruppo di ricercatori sostiene che ormai è possibile “creare” un uomo semplicemente “fecondando” un pezzo di pelle con uno spermatozoo; ancora, il seme disperso e rappresentato, coi ricatti web che hanno costretto al suicidio una giovane ragazza, Tiziana. E infine il seme della violenza: in Francia arrestati tre ragazzini che erano stati accalappiati sulla Rete.
Bayer-Monsanto: il nuovo gigante, che tratta semenze create con modificazioni genetiche, è capace di condizionare lo sviluppo agricolo dell’intero pianeta. Imprese “private” hanno budget più elevati di interi Stati (vedi la recente vicenda Apple), imponendo modelli di sviluppo e prodotti su cui aleggia non poca incertezza.
Sulla rivista Nature Communication, invece, ci viene comunicato che, secondo l’Università britannica di Bath, in un futuro prossimo noi maschietti potremo decidere di fare un figlio senza bisogno di una femminuccia. Basterebbe un po’ di pelle e uno spermatozoo, opportunamente trattati in laboratorio. È la cosiddetta partenogenesi.
Tiziana, invece, s’è suicidata a 31 anni per essere stata ripresa in un film hard, lei più o meno consenziente, che poi è stato postato su Internet diventando virale. Ha cercato di rifarsi una verginità, cioè un’identità nuova, ma non ha retto all’urto della gogna mediatica e ai 20 mila euro di spese legali che aveva accumulato.
Quarto episodio, in Francia negli ultimi tempi vengono arrestati giovanissimi jihadisti che nel loro seno vedono crescere la malapianta del terrorismo coltivata sul web, non nelle moschee. Anche questi semi intellettuali nefasti non sarebbero stati possibili senza la rivoluzione digitale, che ha globalizzato il terrorismo jihadista.
Quattro storie di semi. Semi digitali. Sì, perché queste quattro notizie non esisterebbero nemmeno se non ci fosse stata negli ultimi 40 anni quella rivoluzione numerica che sta cambiando la persona umana e le sue relazioni in modo radicale. La rivoluzione dei chip è più potente, più promettente e più minacciosa nel contempo, della rivoluzione industriale e di quella francese messe assieme. Perché ha conseguenze antropologiche, cioè sull’uomo e sulla sua identità, in particolare sui suoi condizionamenti nelle relazioni tra umani.
La rivoluzione digitale sta offrendo le tecniche adatte per arrivare all’infinitamente piccolo e all’infinitamente grande, entrando nei più riposti segreti della vita modificandoli. Enormi ricchezze possono essere create, enormi danni possono essere provocati. Dipende dalla responsabilità della persona umana, dei singoli individui e dei gruppi. Ma dipende anche dalle regole che sapremo darci per regolare questo tsunami tecnologico, culturale e spirituale. C’è una lunghissima strada da percorrere, sia nel coltivare la responsabilità che nel darsi norme certe.