Seme di vita
Dopo averci comunicato di essere stato colpito da un tumore molto aggressivo, quel nostro collega ha continuato a lavorare serenamente, mentre noi non sapevamo come comportarci con lui: chi gli prospettava soluzioni miracolose, chi assicurava preghiere… Lui ascoltava, ringraziava, sorrideva.
Un giorno l’ho invitato in un piccolo ristorante, dove ha parlato a cuore aperto: «Può sembrare che la malattia non mi abbia toccato. In realtà mi ha rimesso nella responsabilità delle azioni che faccio, suggerendomi di vivere bene il mio tempo, ogni rapporto, ogni parola. Non immaginavo che l’annuncio della morte rendesse così piena la mia vita».
Sorpreso da quanto ascoltato, nei giorni seguenti ho cercato di imitarlo. Nel giro di pochi mesi il collega è morto. Alla messa funebre un’interminabile schiera di ringraziamenti e testimonianze. Lì ho compreso che l’agire del collega aveva una radice: la fede.
In ufficio qualcosa è cambiato. Non solo in me ma anche negli altri lui aveva messo un seme positivo di vita.
Ernesto – Italia