Sembrava che il Cielo fosse solidale con noi
Non ci limitavamo a leggere semplicemente il Vangelo, ma cercavamo di metterlo in pratica: ogni frase era una parola di luce di cui coglievamo per la prima volta tutta l'attualità. Chiara ce la spiegava e quanto diceva segnava per ognuna di noi una tappa verso Dio. Era il primo delinearsi della spiritualità dell'unità, il carisma che stava nascendo.
Ogni prossimo andava trattato come avremmo trattato Gesù se fosse stato tra noi. L'avevamo compreso da una frase del Vangelo: «Ogni volta che avrete fatto queste cose ad uno di questi miei fratelli, l'avrete fatta a me», e da quelli che chiamavamo gli “argomenti dell'esame finale”: «Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere…».
Tutto questo irrompeva nella nostra vita come una rivoluzione. Poiché ad esempio era molto frequente incontrare dei poveri per le strade e nei rifugi antiaerei della città, cercavamo di rapportarci con loro in questo modo nuovo, non fermandoci al loro aspetto di miseria o di ignoranza. Li cercavamo come tanti gioielli e di ognuno di loro annotavamo nome ed indirizzo per poterli andare a trovare. Volevamo raggiungere tutti i poveri della città, non per compiere atti di carità, ma perché sentissero di aver trovato qualcuno che li valorizzava e li amava, che con loro voleva dividere il pane, il dolore e l'eventuale gioia.
Sembrava che il Cielo fosse solidale con noi, perché la Provvidenza invase letteralmente la casa di Chiara che era il nostro punto d'incontro e di raccolta. Arrivavano riso, patate, zucchero, legna, carbone… di tutto! Riempivamo addirittura delle valigie per andare poi a fare le nostre cosiddette “spedizioni”, cioè le nostre visite ai poveri, che effettuavamo nei ritagli che il lavoro ad orario spezzato ci consentiva.
«Ma da dove arriva tutta questa roba?». Così dicevamo all'Eterno Padre, perché il più delle volte non ne conoscevamo la provenienza. Certo che non perdevamo occasione dì chiedere a lui in nome di Gesù – come sta scritto nel Vangelo – di mandarci quanto ai poveri era necessario, e lui non mancava di esaudirci.
Era il colloquio tra Padre e figli che continuava, componendo e stringendo in unità una vera famiglia quanto mai varia ed originale. Non era il raro caso che comunicassimo ai poveri queste nostre esperienze: loro gioivano con noi e, prima o poi, sceglievano anch’essi il Vangelo come linea di vita.
(Da: Vorrei volare, Città Nuova Ed.)