Sei più bravo di un ragazzino di 5a?
Dal lunedì al venerdì, alle 18.30 il primo game-show del digitale terrestre sul canale satellitare Cielo condotto da Riccardo Rossi.
Dal 18 ottobre scorso è in onda sul canale satellitare Cielo, la nuova edizione di Sei più bravo di un ragazzino di 5a?, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, alle 18.30. Il primo game-show del digitale terrestre è condotto da Riccardo Rossi e mette a confronto la preparazione scolastica di un adulto con quella di un gruppo di ragazzini di quinta elementare. Il gioco è tratto dal format inglese Are you smarter than a fifth grader?, che è visto in 41 Paesi e riscuote un grande successo.
Per vincere un montepremi di 50 mila euro, l’adulto deve rispondere a una serie di domande che fanno parte del programma didattico delle elementari: matematica, grammatica, storia e geografia, ma anche informatica, animali ed ecologia. Il concorrente ha a disposizione il fondamentale aiuto di un gruppetto di ragazzi di una quinta elementare che a turno lo sfidano e lo aiutano a rispondere in modo corretto, anche con l’ausilio di “copia”, “sbircia”, “salva”, i tre strumenti che si usano quando non si è in grado di rispondere…
Cosa che dovrebbe essere uno scherzo, ovviamente. E tuttavia, quanti se ne sono andati senza riuscire a vincere, pronunciando la frase di rito: «Non sono più bravo di un ragazzino di 5a!», togliendo il velo a quella “ignoranza di ritorno” così comune a tanti di noi!
Il programma è piacevole: il “botta e risposta”, molto ritmato, crea un dialogo complice tra le due generazioni, che imparano l’una dall’altra il ragionamento per rispondere correttamente. Il vero protagonista è forse proprio questo scambio, che lascia lo scolaro quasi sempre al suo posto, mentre porta l’adulto ad accorgersi dei suoi “nuovi” limiti e a non prendersi troppo sul serio.
Certo, le prolungate apparizioni televisive dei minori sono sempre rischiose e alla lunga si rivelano un’arma a doppio taglio: nel nostro caso, inoltre, esse sono accompagnate da scelte di stile forse un po’ troppo identitarie dell’età, come l’entrata in studio di corsa, i gingle infantili per accogliere i tre scolaretti di turno, cosa che sposta l’attenzione a volte più sul ragazzino facendone una trasmissione soltanto per adolescenti, mentre invece forse, farebbe molto più bene dai vent’anni in su.