Sei mesi all’insegna della Provvidenza
Quando Dio interviene nella quotidianità con doni sorprendenti e appunto, provvidenziali. La testimonianza di un gruppo di famiglie ora diventato associazione
Tutto è cominciato da una riflessione di una nostra amica, dopo una bella omelia ascoltata nella messa domenicale che animiamo con il nostro coro: “Ascoltiamo sempre tante cose belle, che vengono dal Vangelo, ma quand’è che incominciamo a metterlo in pratica ? “.Ci siamo incontrati con sei delle famiglie che compongono il nostro coro e abbiamo cominciato insieme questa sfida, tenendo come regola del nostro operare lo scritto di Chiara Lubich: “Una città non basta”.
La prima famiglia A Gaetano, uno del gruppo, si presenta l’occasione di concretizzare quanto letto. «Sto seguendo un corso di volontariato alla Croce Rossa, che a consegna pacchi di alimenti a famiglie in difficoltà. Un amico mi ha invitato a fare una di queste consegne e sono rimasto scioccato dalla situazione di questa famiglia, dalle loro difficoltà sia economiche che legate alla malattia di alcuni suoi componenti e la notte successiva non ho dormito pensando a cosa io in prima persona potessi fare per aiutarli. L’indomani mattina insieme a mia moglie Emma, abbiamo messo insieme un po’ di provviste, coinvolgendo anche dei negozianti e siamo tornati a trovarli. Oltre agli alimenti abbiamo provato a portare anche un carico di amore. Da allora abbiamo continuato a frequentarla, non solo per un sostegno materiale, ma anche morale, perché il primo bisogno era condividere il loro dolore ed essere ascoltati».
I dolci della festa Poi tocca a noi. Una sera abbiamo ricevuto delle bevande e un bel vassoio di pasticcini molto variopinto e invitante, che abbiamo pensato di portare ad una delle famiglie con la situazione più difficile. Ci accoglie la mamma che con stupore esclama: «Come avete fatto a sapere che oggi è il compleanno di Mario ( il figlio autistico di 28 anni ) ? , siamo soli e non avevamo niente per poterlo festeggiare».
Le circostanze e le esigenze concrete che via via si manifestano, fanno sì che i rapporti fra di noi siano sempre più serrati, profondi e fraterni e sperimentiamo la gioia di vedere realizzarsi le parole del Vangelo, pur tra le difficoltà.
Il televisore Da circa un mese cercavamo un piccolo televisore per una famiglia che ne aveva uno vecchissimo, in cui funzionava solo l’audio. Insieme – come sempre facciamo – l’avevamo chiesto a Gesù, fidandoci delle parole del Vangelo: “Chiedete e vi sarà dato”ma il televisore stentava ad arrivare. Uno del gruppo decide di dare a questa famiglia il televisore di casa sua e il giorno stesso sua moglie torna dal lavoro con un bellissimo televisore ricevuto da un collega di lavoro, più grande di quello che avevano donato.
Il giardianiere Un nostro amico albanese, ci segnala una giovane famiglia di connazionali in difficoltà. Due del gruppo si mobilitano andandoli a trovare. «Abbiamo conosciuto il marito e il figlio più grande, perche la moglie e il bambino piccolo si trovano in ospedale per problemi di salute di quest’ultimo – raccontano – . Di positivo abbiamo trovato due cose: una è che lui si chiama Felice e l’altra è che ha una gran voglia di superare questa situazione difficile. Felice è un giardiniere e avrebbe bisogno di un lavoro gli consenta di sostenere la famiglia e lasciare il sottoscala umido e angusto nel quale attualmente vive. Facciamo girare fra gli amici la richiesta e nel giro di due giorni arriva la possibilità di un colloquio di lavoro per la posizione di giardiniere factotum in un ristorante. Il colloquio va bene e Felice può iniziare il lavoro; il datore di lavoro gli manifesta la necessità di avere di lì a poco anche un custode e quindi anche il problema della casa si avvia a soluzione».
La casa da ristrutturare Arriva poi il turno di una famiglia con cinque bambine da qualche giorno avvistata in prossimità di una cantina, in cui andavano a dormire la sera tardi e che lasciavano al mattino molto presto per evitare che i vicini li notassero. Nella cantina non c’è né luce né acqua, dalle pareti trasuda umidità e loro non hanno niente, solo un po’ di paglia, sulla quale stendono una coperta per poter dormire tutti e sette. Comincia la ricerca di un alloggio, ma non è facile per una famiglia con 5 bambini; dapprima troviamo una soluzione temporanea presso un istituto di religiosi, con l’impegno da parte nostra a lasciare libero l’alloggio di lì a 15 giorni. Ma i giorni trascorrono nella ricerca di una casa in affitto, senza approdare ad alcun risultato. In extremis due fratelli ci danno la disponibilità di ospitarli nel piano terra della loro casa a due piani, bisognava però ristrutturare l’appartamento. Si è formata una task-force fatta da un falegname, l’idraulico, un elettricista e dei muratori che in un week-end di intenso lavoro, hanno ricavato un bagno e un angolo cottura e diviso gli ambienti , per rendere lo spazio abitabile.
Sono trascorsi sei mesi dalla sera dell’omelia e ora abbiamo un’associazione che si che si chiama appunto “Una città non basta” con circa 100 soci che la sostengono con aiuti in generi alimentari, disponibilità di tempo, capacità professionali, etc.
Maria Grazia e Gianni Caucci – Marino (Castelli Romani)