Sei incinta? Puoi restare in piedi

Episodi di (in)sensibilità quotidiana nei confronti delle donne in gravidanza su bus, metro e negli uffici pubblici
gravidanza

L’ultima mi è capitata alla vigilia dell’introduzione dei ticket sanitari. Per evitare di pagarli, molti hanno preso d’assalto il laboratorio d’analisi dell’Asl. Risultato: pur essendo sabato alle 8 del mattino, c’erano ben 30 persone prima di me. Beh, pazienza! Prendo il numeretto e mi siedo in attesa che venga il mio turno. Dopo un’ora e mezza, stanca e digiuna, non ne posso più. Un cartello bene in vista informa: «Non è obbligatorio, ma è una scelta di civiltà dare precedenza ad anziani, disabili e donne in avanzato stato di gravidanza». Bene, posso provare. Siamo a Roma: confido nella comprensione. Il pancione prominente – sono entrata nell’ottavo mese di gravidanza – mi fa molto sperare. Forse, al momento dei prelievi, mi faranno passare avanti… Illusione? Non proprio. Qualcuno alla fine cede ed entro, ma non sono stati pochi i dinieghi ricevuti.

 

Non che sia una novità, a dire il vero. Per mesi, in metropolitana, è stata sempre la stessa scena. Le porte si aprono, entro nel vagone. Subito sono avvolta dalle occhiate (curiose?) dei presenti. Mi guardo in giro: nessun posto libero. Non resta che afferrare saldamente il maniglione più vicino per non cadere in caso di frenate precipitose (sempre più frequenti!).

Se da qualche parte però è seduta una donna straniera, nove volte su dieci mi cederà il posto. È incredibile quanto sia grande la loro sensibilità. La loro disponibilità. Sorridono e si alzano, anche se – è già capitato – sono strapiene di pacchetti e di buste della spesa. «Il bambino va protetto», mi spiegano solidali. Le più sensibili, in fatto di gravidanza, sono le sudamericane. Seguono le polacche, le donne di colore e, infine, le italiane. Almeno nella mia esperienza. Non classificati gli uomini. Tranne qualche episodio isolato, ma davvero rarissimo, in genere i maschi non ti vedono. O comunque non si muovono dal posto.

 

Un signore anziano, un giorno, è diventato il mio paladino. Era in piedi accanto a me. Ha notato il pancione ed ha iniziato ad invitare chi era seduto ad alzarsi. Alla fine, una ragazza lo ha ascoltato. E i giovani? Niente da fare, nessuno si schioda. Non è obbligatorio, del resto. È solo un atto di sensibilità. A ben vedere, i posti riservati ci sarebbero, ma non me la sento né di discutere né di contendermeli. Per fortuna che, nonostante gli scossoni, il pancione resiste!

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