Il segno delle donne
Tra le cose belle di Il segno delle donne, in onda da ieri sera su Rai Storia, alle 21.00, c’è l’idea di lavorare mediante quell’escamotage che una volta avremmo chiamato Le interviste impossibili, da un vecchio e bellissimo programma radiofonico degli anni 70, dove intellettuali del tempo intervistavano, o meglio, facevano finta di intervistare, grandi personaggi della Storia scomparsi da anni, da secoli.
Oggi si chiama “colloquio fantastico postumo“, ma avviene sempre, sia alla radio che in tv, con un attore che risponde alle domande dell’intervistatore, unendo la recitazione a discorsi realistici ricavati dallo studio del personaggio da parte degli autori. Ora, Il segno delle donne racconta sei personaggi femminili italiani vissuti tra Ottocento e Novecento, diversi tra loro ma tutti portatrici di cambiamento nella cultura e nella società del loro Paese. Sei donne forti, dinamiche, tutte con gli occhi nel futuro, ognuna nel suo campo: la politica, lo sport, la letteratura, la recitazione, la religione.
La prima è stata Margherita Sarfatti e ad interpretarla ci ha pensato Sonia Bergamasco, che seduta su una poltrona, in un contesto spaziale compatibile col suo tempo, ha incarnato con la voce e con la mimica, il pensiero e i gesti del personaggio raccontato, inserendosi però appieno nello schema classico del documentario che adopera massicciamente interviste ad esperti e materiali di repertorio.
È piena di filmati Luce, e in generale di frammenti di archivio di diverso tipo, questa prima puntata, e di parole autorevoli di storici e storici dell’arte che puntellano quelle dell’attrice, intervistata, come avverrà anche nelle altre puntate, dalla storica e critica d’arte Rachele Ferrario.
Così il ritratto assume profondità, sfumature e ricchezza, e attraverso la sua mescolanza di materiali eterogenei, e con un suo buon ritmo interno, il programma riesce a costruire una buona relazione tra personaggio e tempo narrato, che è di sole e di nuvole nere per la Sarfatti, tra arte e dittatura, tra ricerca di bellezza e dolore. Le altre donne raccontate saranno Ondina Valla, prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Berlino, nel 1936, e Adele Faccio, interpretata da Monica Nappo.
Poi Vera Vergani, importante attrice degli anni dieci e venti, interpretata da Matilde Gioli, e la scrittrice premio Strega Lalla Romano, attraverso la bravura di Pamela Villoresi. Ci sarà anche, incarnata dall’attrice Anita Zagaria, Chiara Lubich, la straordinaria donna fondatrice del Movimento dei Focolari.
Sei viaggi diversi, sei immersioni nel passato con la consulenza della storica Silvia Salvatici, sei omaggi alle donne, alla loro forza, alla loro bellezza. Alla femminilità.