Segni tra le pagine
Un’Europa più vicina – il titolo di copertina che richiama il Primo piano dell’ottavo numero di Città Nuova – è in controtendenza rispetto al diffuso contesto di indecisione e scetticismo che accompagna il rinnovo del Parlamento del vecchio continente. «Si sente dire che l’Europa è solo un’unione economica e non politica: magari!», precisa Pasquale Ferrara a pagina 8. «L’unione economica implicherebbe – prosegue il diplomatico con considerazioni lontane dai luoghi comuni – un unico ministro dell’Economia e non 18 (come nell’Eurozona) o 28 (come nel Consiglio economia e finanza). (…) Ma dov’è la politica economica unica? In situazioni di crisi, occorrerebbe mettere insieme le risorse per rilanciare su nuove basi lo sviluppo, non, ad esempio, farsi concorrenza con sistemi fiscali nazionali differenziati».
Altro articolo, altra scoperta. «Sorprende Cottarelli, finendo la prima fase della revisione della spesa pubblica in Italia – scrive a pagina 6 Gennaro Iorio nell’editoriale Burocrazia, urge competenza – quando ha comunicato che si deve tagliare un numero di dipendenti pubblici pari a 84 mila unità a cui aggiungere il blocco del turn-over». Subito dopo una rivelazione: «Al 2012 in Italia ci sono circa 3,2 milioni di dipendenti. (…) Erano 3,4 nel 2007. Rispetto alla popolazione residente siamo tra i Paesi dell’Ue con il minor numero di dipendenti pubblici. (…) Certo, bisogna intervenire per rendere la pubblica amministrazione un fattore di democrazia e di sviluppo del Paese. Ma non si cominci dalla riduzione del loro numero, piuttosto dall’aumentare competenza e stima».
È confortante l’annuncio dell’allestimento di Un Atlante della fraternità, annunciato da Rachele Marini a pagina 54. Si tratta di oltre 800 fatti e iniziative ispirati al bene comune, alla condivisione, all’attenzione alla persona: «Questa ricerca, condotta dai giovani del Movimento dei Focolari, è la prima sintesi di un lavoro partito nel 2012 a Budapest durante il Genfest con lo scopo di gettare ponti di riconciliazione, accoglienza e pace a più livelli».
Non è un’operazione di revisionismo storico il libro di Dal Bello presentato a pagina 72 da Mario Spinelli nella recensione Pio XII: un silenzio in croce, ma uno studio che fa chiarezza su un pontificato la cui prudenza è stata a torto scambiata per indulgenza nei confronti del nazismo. Nello studio di Dal Bello – che sarà presentato da Città Nuova editrice al 27° salone del libro di Torino – il lettore è coinvolto «come in un film sulla guerra, la Chiesa, il papa, la resistenza, le SS e tutto il dramma di quegli anni incredibili».
Wojtyla un papa mai prudente: è il contrastante ritratto rispetto alla figura del predecessore Pacelli, scritto dalla prestigiosa penna di Sergio Zavoli a pagina 16 in memoria del nuovo santo Giovanni Paolo II: «Basti pensare a come il papa polacco si calò negli errori e negli orrori del mondo, ai gesti e agli accenti per condannarli e respingerli in questo Occidente avaro di memoria; ripercorrendo, coraggioso e leale, gli errori stessi della Chiesa invitandoci a credere in una famiglia universale».
«Sto aspettando un bambino e ho scoperto che ha la sindrome di Down»: è il contenuto dell’angosciata lettera di una mamma a cui l’associazione Coordown ha risposto con un video presentato dal pubblicitario Raffaele Cardarelli a pagina 23 sotto il titolo Moderne parabole: «Dear Future Mom, realizzato dall’agenzia Saatchi& Saatchi in occasione della Giornata mondiale della sindrome di Down (21 marzo), è stato il video più condiviso al mondo nelle 24 ore successive al suo inserimento sul web, raccogliendo oltre 2,3 milioni di visualizzazioni in una settimana. (…) Il fatto curioso è che le comunicazioni più efficaci nel trasmettere questi messaggi cristiani sono quasi sempre realizzate da persone non credenti».
Non è un problema di cromosoma più o cromosoma meno perché Ogni persona è unica, scrive don Tonino Gandolfo a pagina 25: «Nessuno ricopia un altro o un’altra. Ma nel pronunciare il suo Verbo, il Padre pronuncia tutte le “parole” che siamo noi. Tutti siamo immagine del Verbo e, in un certo senso, anche immagine l’uno dell’altro. E mi trovo in consonanza con tutti gli uomini e le donne: non “ricopio” nessuno degli altri, ma trovo in ciascuno qualcosa che mi riguarda. Scopro in Francesco che la povertà di vita realizzata per amore appartiene anche a me, in Teresina che la piccolezza mi porta a entrare in modo sempre nuovo in rapporto col Padre, in Madre Teresa che la mia vita non si realizza senza gli altri».
Non c’è annuncio più sorprendente di quello ricordato da Michel Vandeleene a pagina 44 nella meditazione Sintonizzati sul Risorto: «L’Amore è più forte della morte: la risurrezione di Gesù lo dimostra e noi ne facciamo esperienza».