Segni tra le pagine

Sfoglia con noi il primo numero dell'anno: i dati positivi dell'imprenditoria femminile, la decentralizzazione della Chiesa auspicata da papa Francesco, il nuovo lavoro del gruppo musicale Gen Verde. E l'intramontabile proposta di Chiara Lubich di un patto tra generazioni per dare alla politica il suo autentico spirito di impegno comunitario
Copertina del primo numero del 2014 di Città Nuova rivista

Un brindisi per il rilancio: il cin-cin delle due sorelle Oddero, sorridenti imprenditrici vitivinicole piemontesi a cui Città Nuova dedica il primo numero del nuovo anno, annuncia il primo piano di Paolo Lòriga2014 Una ripresa al femminile – dove viene spiegato il perché: «In questa stagione turbolenta, il mondo femminile ha saputo fare anche più impresa degli uomini. Lo scorso anno le società con a capo un uomo sono diminuite di 60 mila unità, quelle con una donna alla guida sono cresciute di 5 mila».

Una buona notizia che però non è in grado di alleviare la gravità di altri dati statistici: «Ci sono 18,2 milioni di italiani a rischio di esclusione sociale, […] 287 mila di senza lavoro in più, per un totale di 3,2 milioni. I giovani disoccupati sono saliti al 41,2 per cento». Una luce di speranza viene dalle famiglie: «Otto milioni di nuclei in senso stretto hanno beneficiato delle reti di solidarietà familiare della cerchia più allargata, con uno scambio di tipo economico pari a 300 euro al mese quale aiuto verso i figli senza lavoro o i genitori da assistere».

Anche i tre editoriali pubblicati alle pagine 6-7 guardano all’anno appena iniziato con originali prospettive di rilancio per la Chiesa, le relazioni internazionali, la società civile. Il religioso Fabio Ciardi, sotto il titolo Per la Chiesa ancora novità, chiarisce – citando l’esortazioni apostolica Evangelii gaudium – che «la decentralizzazione auspicata da papa Francesco va ben al di là del mondo ecclesiastico: investe l’intero popolo di Dio, a cominciare dalla carne sofferente di Cristo nel popolo (24). La Chiesa è ormai irreversibilmente in cammino verso un cambiamento di paradigma che la porta sempre più in uscita tra la gente comune, a mescolarsi con essa, a partecipare alla marea un po’ caotica, fino a trasformarla in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio».

Il diplomatico Pasquale Ferrara esprime Fiducia nei negoziati di pace internazionali. «Il 2014 – scrive – marcherà la tragica ricorrenza dei cento anni dall’inizio della Prima guerra mondiale, uno spartiacque nella storia dell’umanità, una ferita che rimase aperta sino alla Seconda guerra mondiale, ma che pose anche le premesse per la creazione di nuove istituzioni internazionali: benché spesso inefficaci, sono certamente il segno di una pace che tenta di mettere radici nelle relazioni internazionali. Tra queste, l’Unione europea, che affronterà l’incognita delle elezioni per il Parlamento europeo in maggio e il rinnovo delle principali cariche istituzionali a Bruxelles, è ancora quella più articolata: sarà messa in discussione o rilanciata su nuove basi?».

L’economista Luigino Bruni spiega come andare In cerca di felicità pubblica. «C’è una parola però – afferma – che è ancora capace di trasformare le nostre macerie in nuove città. Questa parola è lavoro, che deve e può diventare l’inizio di un nuovo discorso comune necessario… Il lavoro non si inventa, fiorisce se e quando esistono terreni fertili. Sono questi terreni che si sono inariditi, perché non abbiamo vissuto la cultura della custodia. E così sono incapaci di fiorire in lavoro… Chi oggi ama veramente il Bene comune – in primo luogo i carismi – deve dare vita ad una grande e nuova alleanza per il lavoro, a tutti i livelli. Il nuovo lavoro e il nuovo pane rinasceranno se ritroveremo la gioia di stare insieme e dei grandi progetti comuni, se sapremo rincontrarci in cerca di felicità pubblica. Come ieri, come sempre».

Anche dalla martoriata Libia c’è chi guarda al nuovo anno come un’opportunità di riscatto: è il metropolita di Tripoli che non cede allo scoramento della situazione creatasi dopo la caduta di Gheddafi. Le parole di mons. Martinelli, riportate da Pietro Parmense, accompagnano il titolo della grande foto alle pagine 28-29 Il vescovo che spera. «La situazione – leggiamo – è precaria e la gente soffre per l’instabilità e l’insicurezza. Per la giornata della pace la comunità cristiana, così come quella musulmana, desidera che la preghiera sia forte e continua, perché le forze umane non riescono a pacificare il Paese… Nonostante le difficoltà le chiese si riempiono di nuovi arrivati. Da loro viene la speranza».

«Vuoi cambiare il mondo? Inizia da te stesso, inizia ora, inizia qui»: sono le parole di Sally McAllister, la manager irlandese del Gen Verde, storico gruppo musicale al femminile del Movimento dei Focolari, riportate a pagina 34 da Stefania Tanesini nell’articolo Oggi si cambia che presenta l’ultimo cd della band Music made to be played: «Sally ne parla con la passione che le è tipica, capace di contagiare chi ha davanti… Ogni canzone contiene un messaggio che punta dritto al cuore e al vissuto di ciascuno, senza filtri, così come solo la musica sa fare».

Un patto tra le generazioni è la proposta intramontabile di Chiara Lubich, espressa con disarmante semplicità in un incontro del 2007 tra giovani e politici svizzeri e rilanciata per tutti a pagina 42: «Vorrei fare a tutti voi una proposta: stabilire un patto, un vero e proprio patto, tra generazioni diverse, per dare alla politica il suo autentico spirito d’impegno comunitario. Un patto d’amore scambievole tra voi giovani, che avete la capacità di credere nell’attuazione dei grandi valori come la fratellanza universale, la pace, la libertà […] e voi politici che già lavorate per la vostra gente, con il peso, ma anche la ricchezza dell’esperienza e rappresentate ciò che oggi è possibile mettere in atto.[…] Se avrete il coraggio di questa logica di ascolto e di lavoro comune, si metterà in moto un nuovo stile di vita politico, che aprirà strade e idee nuove, che per “osmosi” d’amore contagerà altri».

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