Segni tra le pagine

Natale: un bel giorno in mezzo ad altri 364 insanguinati, bagnati da lacrime, ingiustizie, povertà, morte. Ma perché questo bambino si è infilato in un’umanità triste, contraddittoria, a volte cinica, prepotente? Sfoglia le pagine dell'ultimo numero della rivista
Copertina numero 23

“Meno male che torna Natale”: l’aspirazione che sale dalla copertina del 23° numero di Città Nuova attraversa tutte le pagine della rivista, a partire dal primo piano di Sara Fornaro capace di vedere “La dignità dietro le sbarre” del carcere di Rebibbia: «Entrati nel Reparto G8, che accoglie 220 detenuti a cui sono state inflitte pene lunghe, scopriamo di trovarci in un’oasi in qualche modo felice». «Il progetto “Sempre persona”, – si legge nel box curato da Carlo Cefaloni – che opera nel carcere romano ha il volto disarmante di Alfonso Di Nicola, che ne è il referente. Dalla corrispondenza iniziata con alcuni detenuti, Alfonso è passato alla conoscenza diretta e al rapporto con le loro famiglie, arrivando nei quartieri più problematici della Capitale per portare un saluto o un aiuto concreto, mantenendo quell’assenza di giudizio che apre nuove prospettive di vita, fiducia e riconquista della dignità. A oggi i volontari, anche ex carcerati, sono una trentina e riescono ad arrivare a circa 120 famiglie».

Vita che rifiorisce. Dal carcere o dalla catastrofe naturale. «Entro la cappella, moderna grotta, dell’ospedale, ormai distrutto, di Tacloban, nelle Filippine, è pompato ossigeno nei polmoni di un bimbo di tre giorni scampato al tifone – scrive Costanzo Donegana commentando la grande foto alle pagine 14-15 dedicata al piccolo sopravvissuto. «Anche per lui è Natale […]. La storia è sempre uguale, si ripete inesorabilmente. Natale: un bel giorno in mezzo ad altri 364 insanguinati, bagnati da lacrime, ingiustizie, povertà, morte. Ma perché questo bambino si è infilato in un’umanità triste, contraddittoria, a volte cinica, prepotente? […]Lui si chiama Vita. È venuto per dare la vita al mondo. Senza armi o potere, senza ricchezza. Perché la vita è vita e basta. Nella nudità dell’amore».

Amore e solidarietà che non conoscono tempi di  crisi. Come la condivisione degli utili da parte delle aziende che aderiscono al progetto di “Economia di Comunione”. Nello speciale supplemento EdC allegato alla rivista, Gian Maria Bidone traccia un consuntivo: «L’EdC mette in moto in tutto il mondo, un circuito di comunione il cui l’asse centrale sono le aziende e i loro imprenditori; i 980 mila euro da essi condivisi nel 2013 rappresentano un aumento del 27 per cento rispetto all’anno precedente […].Nell’anno si sono aiutate 2.250 famiglie nei cinque continenti con apporti diretti per l’alimentazione, l’abitazione, la scolarizzazione e l’assistenza sanitaria. Inoltre si è avviato o dato continuità a progetti di sviluppo di attività produttive che hanno coinvolto direttamente o meno 1.535 persone».

 “E’ ora di alzare lo sguardo”, esorta Fabio Ciardi nel primo piano. « Ora che arriva Natale, l’unica, legittima preoccupazione è il calo dei consumi. Forse sarebbe l’ora di alzare lo sguardo e, almeno a Natale, guardare Natale per quello che esso effettivamente è, una grande buona notizia: Dio viene tra noi […].Se Dio avesse scelto un luogo che offriva migliori opportunità di lavoro, non si sarebbe incarnato alla periferia dell’impero e non avrebbe preso residenza a Nazareth “da cui non può venire niente di buono”, come si diceva allora (sembra di ascoltare quello che si dice oggi dell’Italia); sarebbe nato a Roma. Ha scelto di riscattare un popolo, una nazione immettendovi fermenti di idee nuove, propositive, pagando del suo[…]. A Natale Dio ha scelto semplicemente di vivere, perché crede che vale la pena vivere».

Quando apparve il Salvatore una grande luce rischiarò la notte – così scriveva Igino Giordani nel testo “Un re in una stalla”, riportato a pagina 41. «Resta la notte, ma resta anche la luce, e nel cristianesimo è sempre Natale. Gesù nacque in una stalla per dimostrarci che può nascere anche nel nostro cuore, che è un locale talora non meno sordido ».

Che sia sempre Natale lo ha capito, dopo 2656 giri intorno alla terra e 2 passeggiate spaziali, anche l’astronauta italiano Luca Parmitano. Le riflessioni dello “Skywalker italiano” recentemente rientrato a casa, sono raccontate a pagina 24 da Aurelio Molè: «Il divino è sempre con noi e non c’è bisogno di andare in orbita per cercarlo».

 

 

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