Segni tra le pagine

Un numero ricco di esperienze, rubriche e approfondimenti, letto attraverso le riflessioni della Parola di vita di Chiara Lubich, con un Primo piano dedicato all'attività delle 700 mila consacrate nel mondo
Copertina CN n. 12/2013

«Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso»: è la Parola di vita, commentata da Chiara Lubich, pubblicata nel 12esimo numero della rivista Città Nuova.

«L’apostolo [Paolo]  – osserva la Lubich – vede nell’attuazione di questo comandamento il pieno adempimento della legge. Essa, infatti, dice di non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare… e si sa che chi ama non fa tutto questo». Nella rubrica dedicata alla televisione, Paolo Balduzzi presenta a pagina 64 I dieci comandamenti, una trasmissione che va in onda su Raitre ogni lunedì in tarda serata: «Ogni storia ha una naturale declinazione verso uno dei comandamenti, ed è raccontata attraverso un’inchiesta “morale” […]. Collegare il sesto comandamento “non commettere atti impuri” e declinarlo a storie di vita che parlano di riscatto sociale e di purezza del cuore, è un colpo che fa riflettere. La stessa cosa succede andando a conoscere in Calabria tutte quelle persone che “santificano le feste”, aiutando gli immigrati di Rosarno a lottare ogni giorno per una vita più dignitosa […]. Il risultato è un racconto serio ed emozionante […] comunicando l’idea che i comandamenti hanno ancora un senso per la nostra società se l’agire fa riferimento al bene dell’altro e al bene comune».

Prosegue Chiara Lubich: «Chi ama si apre sugli altri, vuole il bene, lo fa, si dona: arriva a dar la vita per l’amato. Per questo, Paolo scrive che nell’amore del prossimo non solo si osserva la legge, ma si ha la pienezza della legge». È quanto vivono 700 mila consacrate, Donne di frontiera e non zitelle, cui è dedicato il Primo piano di Maddalena Maltese a pagina 8; conducono una rivoluzione silenziosa nel nome di Dio e dell’uomo. Tra i tanti, significativo è il progetto contro la tratta di esseri umani denominato “Talita Khum”. Afferma la responsabile internazionale, suor Estrella Castalone: «Abbiamo 22 reti di religiose impegnate nel soccorso di donne, uomini, bambini vittime di sfruttamento e instradati alla prostituzione. Ogni anno questi mercanti umani guadagnano 32 miliardi di dollari e sottrargli merce lucrosa è un rischio».

Ancora Chiara: «Se tutta la legge sta nell’amore del prossimo, occorre vedere gli altri comandamenti come mezzi per illuminarci e guidarci a saper trovare, nelle intricate situazioni della vita, la via per amare gli altri». Occorre farlo, come spiega a pagina 44 José María Poirier, Con la tenerezza della carità:  «Vivo a Buenos Aires e, fino a poco fa, il mio vescovo era l’attuale papa Francesco. Sempre mi ha impressionato il suo privilegiato amore per i poveri. Ed ora che la Parola di vita ci propone di amare il prossimo, mi torna in mente quella sua preoccupazione: che i poveri per strada, nei quartieri bassi della città, negli ospedali e nelle carceri… non diventino invisibili. Giacché siamo abituati alla loro presenza, c’è il rischio che li notiamo solo in quanto parte del paesaggio, triste paesaggio, delle nostre città. Solo l’amore, che Paolo afferma essere la pienezza della legge, ci permette innanzi tutto di vederli per poi spingerci ad andare incontro loro».

«Come mai  – si domanda la Lubich – l’Apostolo omette di parlare dell’amore di Dio? Il fatto è che l’amore di Dio e del prossimo non sono in concorrenza. L’uno, l’amore del prossimo, è anzi espressione dell’altro, l’amore di Dio». È quanto emerge dalle vicende vissute da don Raf (Raffaele Alterio), racchiuse nel libro La pienezza della gioia recensito da Oreste Paliotti a pagina 75: «Semplicemente incantevole la storia di questo prete non vedente che ad un certo momento ha “scoperto” Dio come Amore; lo ha scelto al di là di tutto, e come risposta a tale amore ha incentrato la sua vita di cristiano sul servizio al prossimo, sul “comandamento nuovo” di Gesù fino a sperimentare lui presente in mezzo a “due o più” […]. L’Autore si esercita in quel “farsi tutto a tutto” di cui parla san Paolo, fino all’apice toccato nel rapporto con una bimba di sei anni, al cui livello di semplicità e innocenza egli perviene, tanto da strappare alla piccola, che lo guarda con incanto: «Ma tu sei un bambino!».

Conclude Chiara: «Come mettere in pratica questa parola? È chiaro: amando il prossimo; amandolo veramente. Ciò significa: dono, ma dono disinteressato, a lui ». È così che Giuseppe sente di dover vivere; Dal vivo, a pagina 40, racconta alcuni episodi di quotidiana vita evangelica: «Un giorno un mio ex collega mi fa conoscere un tipo un po’ sbandato: “Vedi tu se lo puoi aiutare…”. Lo incontro, gli parlo, non capisco bene tutta la sua situazione, mi dice però che non può più tornare a casa dove abitava e non sa dove passare la notte. Senza fargli tante domande, il pensiero mi è andato subito a vedere nell’altro un Gesù che mi chiedeva aiuto. Non sapendo come aiutarlo, gli ho detto che intanto poteva dormire nella mia macchina, una Skoda. Dopo alcuni giorni mi ha chiesto se poteva andare in Umbria con questa macchina. Ho acconsentito. Di nuovo mi ha chiesto di continuare ad usarla. Ed infine se potevo dargliela con relativo passaggio di proprietà. Siccome avevo una vaga idea di acquistare una nuova macchina, ho acconsentito. Naturalmente tutto gratis. Ma cosa mi capita? Un mese dopo, un conoscente mi regala una bella macchina Bmw, che lui non poteva più usare».

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