Segni tra le pagine

Sfogliamo l'ultimo numero di Città Nuova: Quale futuro ci attende? Lo psicologo, l'economista osservano da diverse prospettive la crisi. Le testimonianze sono le risposte concrete e vitali
Copertina Città Nuova dicembre

Abbiamo accolto il 2012, come ogni nuovo anno, con i migliori auspici, superando senza traumi l’atavica paura del nuovo di cui scrive lo psicologo Ionata nell’ultimo numero del 2011 di Città Nuova dove poi si precisa, a pag.26, “che studi recenti di neuroscienze dimostrano che la salute mentale si realizza più facilmente se continuamente siamo esposti a tre sollecitazioni esistenziali quali la novità, l’arricchimento ambientale e l’esercizio fisico. Per cui è utile ricercare cose nuove.”

 

Cercheremo di farlo per tutto il 2012, accompagnati dalla nostra rivista che  – scrive il direttore  ne  Il Punto – “potrebbe anche chiamarsi Vita Nuova. Perché è il miracolo e il mistero della vita che guidano le nostre penne, che ci permettono di cogliere il filo d’oro dell’anno appena passato e di prendere in mano quello dell’anno che inizia”.

 

Vita nuova è quella che attende le nostre comunità. “L’economia la muovono, ben prima dei governi e delle istituzioni – osserva nel suo editoriale Luigino Bruni – le passioni e gli ideali dei cittadini, che oggi vanno rilanciati in un nuovo umanesimo, dove al nichilismo consumista si risponda con nuovi valori capaci di futuro e di felicità individuale e pubblica”.

 

Quale futuro attende invece Asif, Christina, Muhamad, Samuel? Dentro le loro storie, raccontate da Maddalena Maltese a pag.20, “la parola immigrazione e tutte le accezioni annesse di profughi, stranieri, pericolo, invasione, violenza si dissolvono. Ci si trova davanti a persone e a vite che, scampate alla tomba del Mediterraneo, si trovano nel nostro Paese senza identità, senza prospettiva, nel costante timore del rimpatrio”. Ma dalla Toscana si leva la voce del volontariato capace di dialogo: “Ora vogliamo tenerci queste persone […]. Li abbiamo inseriti nel territorio  e non vogliamo perderli”.

 

L’incontro tra le culture e le fedi è stato un motivo costante del pensiero di Raimon Panikkar, teologo e filosofo scomparso un anno fa; la sua figura è rievocata da Roberto Catalano a pag.70:il dialogo “è la consapevolezza che per essere noi stessi, semplicemente per essere, dobbiamo entrare in comunione con la terra sotto, gli uomini al nostro fianco e in alto i cieli”.

 

“Cercate le cose di lassù”, esortava l’apostolo Paolo. E Chiara Lubich commenta (pag.42-43): “Come vivere allora questa Parola di vita? Essa ci sprona a non accontentarci di una vita mediocre, fatta di mezze misure e compromessi, ma a conformarla, con la grazia di Dio, alla legge di Cristo. Ci spinge a vivere e a impegnarci a testimoniare nel nostro ambiente i valori che Gesù ha portato sulla terra”.

 

“E se fosse proprio il far presente le “cose di lassù” la testimonianza che oggi è necessaria per arrivare al

mondo che ci circonda?” – questa la domanda a pagina 44 di Lucia Fronza Crepaz che poi spiega: “Lassù, l’unica logica che regna tra gli abitanti è quella del dono di sé per far essere l’altro, in una reciprocità che continuamente si rinnova”.

 

Sarà forse per questo che “la stragrande maggioranza dei giovani continua a mettere la creazione di una bella

famiglia ai primi posti nelle aspettative di vita” – scrive Giulio Meazzini introducendo il primo piano Futuro formato famiglia alle pagine 4-8. Carlo Cefaloni ragiona quindi su una serie di cifre: 190 mila piccole imprese italiane a conduzione familiare che hanno chiuso per debiti nell’ultimo triennio, una tassazione annua sulla famiglia tra le più alte d’Europa, 150 mila nati che mancano all’appello ogni anno per assicurare il ricambio generazionale. Osserva Cefaloni: “La famiglia è il criterio portante di equità per valutare ogni tipo di scelta economica e politica. E questo dovrà valere per valutare tutte le novità che ci attendono dal 2012”.

 

C’è qualcosa che tutti possiamo e dobbiamo fare. Scrive Giovanna Pieroni rispondendo a un lettore nella rubrica Vita in famiglia: “Come genitori siamo chiamati ad affiancarci ai nostri figli e alimentare in loro la fiducia e la sicurezza in sé stessi, anche testimoniando con la nostra vita di non cadere nelle trappole del consumismo, perché trovino il coraggio di esprimere la propria personalità e originalità”. 

 

E’ quanto ha saputo fare la società di pescatori di Cesenatico “Tra il cielo e il mare” che organizza feste di solidarietà per sovvenire alle popolazioni colpite da calamità naturali. La storia dell’associazione, nata per integrare i magri redditi della pesca in mare, è raccontata da Oreste Palliotti a pagina 38-40: “Da qualche anno andiamo a cucinare il pesce nelle piazze e nei posti dove ci chiamano” – chiarisce Maurizio Cialotti. “Nelle sagre all’aperto qui al porto, oltre a preparare degustazioni con piatti tipici di pesce, raccontiamo storie di mare […]. E alla gente diamo da mangiare bene, perché ai rapporti noi ci teniamo”.

 

Iniziamo il 2012 certi che Città Nuova possa essere uno strumento utile per far circolare le esperienze di vita che rinsaldano i rapporti e infondono fiducia reciproca nell’affrontare le sfide che ci attendono. A ciascuno di noi l’impegno a rendere vivo lo slogan di quest’anno: “Condividere X unire”.

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