Segni tra le pagine

Favorire una cultura del rispetto per l'altro, lontano o vicino che sia: è questo il filo che ci sembra unire gli articoli del nuovo numero della rivista. Sfogliala con noi
Copertina Città Nuova rivista n. 19

«C’era una volta un re e una giovane fanciulla. Cominciano così tutte le favole che hanno una bella morale da insegnarci. In questa storia però non aspettatevi draghi e castelli, né sfarzo né merletti». Siamo alla Penultima fermata di Elena Granata: il re è il monarca norvegese Harald V, la giovane fanciulla si chiama HadiaTajik, ha 29 anni, è musulmana, da poche settimane nominata ministro della Cultura, «tra i ministeri quello più legato all’identità di una nazione. Una prospettiva che ci invita a non pensare alla cultura come a un’eredità immutabile e omogenea ma come a un sistema aperto e in evoluzione, soggetto a sempre possibili e feconde contaminazioni».«Era ora!», ha esclamato il saggio re.

Negli stessi giorni, alla “favola norvegese” si contrappongono le violente proteste del mondo arabo per il video anti-Islam e la pubblicazione di vignette satiriche su un settimanale francese. Come muoversi "Tra libertà e tutele" lo suggerisce Claudia Di Lorenzi a pag. 62: «La soluzione potrebbe essere ricercata operando lungo due binari: quello legislativo, con norme sovraordinate a quelle dei singoli Stati, capaci di garantire tutele rafforzate […]; e, soprattutto, quello culturale, teso a favorire una cultura del rispetto per l’altro, lontano o vicino che sia».

Cambiamenti che passano attraverso gesti concreti e personali. Come quello della lettrice Lorenza Nisticò ("La posta" a pag.78-80) che, a fronte dell’allontanamento di due nigeriani da un centro commerciale, fa una scelta precisa: «Per quanto mi riguarda, d'ora in poi, non premierò con altri corposi acquisti il direttore-don Abbondio del supermercato. Gli incerti e scarsi guadagni di due giovanotti che aspirano a migliorare la loro precaria condizione, per me valgono più dei punti fedeltà». «E allora è tempo – esorta il direttore Michele Zanzucchi – che si guardi sempre e comunque a chi più soffre, ai poveri, vecchi e nuovi. Ci siamo quasi abituati nella nostra Europa opulenta a pensare che i poveri siano scomparsi, o che esistano solo fuori dal nostro continente. Non è più così. I poveri sono i vicini di casa, di nuovo. Per i cristiani si tratta di riproporre l'amore di Gesù per i poveri. Non un vano pauperismo, ma una rigorosa scelta preferenziale per i poveri. Tra gli operai dell'Alcoa e il politico corrotto, Gesù non avrebbe avuto dubbi su chi scegliere».

Anche la 3^ edizione di LoppianoLab, recentemente conclusasi, ha fatto la sua scelta: “Italia Europa. Un unico cantiere tra giovani, lavoro e innovazione”. Queste le prospettive, sintetizzate da Paolo Lòriga a pag.30, per “Dare un colpo d’ala al paese”: «L’elaborazione di un manifesto per la legalità; la collaborazione tra imprenditori, amministratori locali, educatori e cittadini attorno a progetti contro la criminalità e la corruzione […]; la nascita di una rete internazionale di aziende del turismo responsabile; lo sviluppo dell’esperienza dell’incubatore d’impresa […]; il progetto di crescita dell’imprenditoria femminile; la costituzione dell’associazione degli imprenditori dell’EdC per favorire il moltiplicarsi di aziende collegate».

E il Movimento dei Focolari, sceglierebbe di dialogare con i conservatori o con i progressisti? La risposta l’ha fornita la presidente Maria Voce, intervenuta a Loppiano nella presentazione del libro intervista "La scommessa di Emmaus": «Destra o sinistra, progressisti o conservatori mi sembrano categorie decisamente parziali. Se siamo un popolo del Vangelo, questo ci spinge a cercare in un conservatore qualcosa di buono da mettere in luce; così altrettanto troveremo in un progressista, e non per questo saremo conservatori o progressisti. Cercheremo con l’uno e con l’altro di costruire qualcosa di valido, una relazione che valga la pena di essere vissuta con tutti al di là di qualsiasi definizione».

Ed è sempre Maria Voce a presentare nel giusto rilievo, a pag.42, i due grandi eventi che interessano in questi giorni la cattolicità: l’indizione, da parte di Benedetto XVI, dell’Anno della fede per il 2012-2013 […] e il Sinodo dei vescovi, ormai alle porte, che sarà dedicato – come sappiamo – a “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. I due eventi ecclesiali sono strettamente collegati fra loro: «Anche ai nostri giorni, infatti, la fede è un dono da riscoprire, da coltivare» e soprattutto «da testimoniare».

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