Segni tra le pagine

Un tuffo nel nuovo numero di Città Nuova rivista, tra le Olimpiadi di Londra, occasioni di dialogo tra credenti e non credenti, e ancora arte, interviste e un approfondimento sul Genfest che si svolgerà a Budapest tra un mese
città nuova n.13

A pochi giorni dalle Olimpiadi di Londra, il numero di luglio di “Città Nuova” invita a riscoprirne lo spirito originario, “Tra attese e sfide aperte”, analizzate nel primo piano curato dal corrispondente inglese Frank Johnson: «Buona parte dei 200 ettari del parco olimpico sono ricavati da un’area industriale dimessa, bonificata per creare lo spazio verde urbano più grande in Europa […]. Il parco da solo porterà 12 mila posti di lavoro stabili e migliaia di temporanei […]. Alla fine dei Giochi il villaggio olimpico si trasformerà in case popolari, con un totale di novemila alloggi».
 
Lascia perplessi, in questo tempo di crisi, il costo finale dell’evento, stimato dal “Daily Mail” in 24 miliardi di sterline (oltre 30 miliari di euro). È vero comunque, come scrive Marco Catapano a pagina 6, che «la magia di un’Olimpiade sta in quell’atmosfera di dialogo e di unità tra persone di differenti convinzioni, culture, religioni, che coinvolge atleti, pubblico, addetti ai lavori».
 
«Il dialogo non è un esercizio mentale, né una gara, né trattative di alleanza. Il dialogo è un’esperienza». È l’espressione con cui si presenta Franz Kronreif, architetto austriaco, impegnato nel dialogo tra cristiani e atei all’interno del Movimento dei focolari, intervistato da Giulio Meazzini (“Oltre il dialogo”, pag.68). «Circa 120 persone non credenti fanno parte del Movimento dei focolari, mentre con circa mille nel mondo c’è un contatto regolare, e più o meno 8 mila partecipano a varie manifestazioni [condividendo] lo spirito del movimento», del quale, per Chiara Lubich, sono “parte necessaria”. Secondo il filosofo Massimo Cacciari «il non-credente vive continuamente nel credente e il credente vive continuamente nel non-credente». Yuri Pismak, docente di fisica all’università di San Pietroburgo, ateo, «afferma che questo dialogo lo porta, da fisico, anche a comprensioni nuove di concetti come l’infinito».
 
Tutti assetati di luce, insomma. Come anche «ogni epoca è assetata di luce. E l’arte, la pittura nel caso, ne ha fatto la protagonista assoluta. I “divisionisti” […] hanno voluto entrare dentro la luce per possederla. Ne sono stati invasi e noi con loro». Con queste parole Mario Dal Bello, evocando la “Gioia della luce”, ci accompagna nella visione del dipinto di Carlo Fornara, Pascolo (1904), in mostra a Tortona e riprodotto in una grande foto alle pagine 60-61.  
 
Appaiono invasi dalla luce del carisma dell’Unità i salvadoregni avvicinati da Michele Zanzucchi di cui si parla nel reportage a pag. 36, Le palme benedette di Usulután: nel 1982, mentre già si combatteva la guerra civile, si svolgeva a El Salvador la prima Mariapoli. Ricorda Jaime Zayas: «Eravamo tutti giovani nel movimento, per cui eravamo guardati con sospetto ogni volta che ci riunivamo. E nel contempo, tutti e due i campi cercavano di arruolarci. Ma noi non abbiamo mai accettato. Abbiamo accettato, questo sì, che un soldato partecipasse ai nostri incontri per controllarci. Alla fine era quasi diventato uno di noi». Prosegue Carolina: «Nel 2001 abbiamo avuto la grande prova del terremoto e in quell'occasione abbiamo veramente verificato che la famiglia del movimento era unita anche a livello internazionale […].Aiutammo anche altre persone accanto a noi con quei soldi che Chiara Lubich ci aveva inviato».

Storie di solidarietà e amore reciproco. Come quelle riproposte nel libro, curato da Chiara Favotti, Una buona notizia. Gente che crede gente che muove:  la pubblicazione, che esce in occasione con l’Anno della Fede che inizierà il prossimo ottobre, è recensita da Maria Grazia Baroni a pag.34: «I protagonisti delle 94 storie di questo libro – giovani e adulti, famiglie e anziani, ma anche sacerdoti – raccontano in prima persona le loro esperienze di Vangelo, vissuto alla luce del carisma dell’unità, come via possibile della nuova evangelizzazione».

I giovani dei Focolari, che si stanno preparando al prossimo Genfest di Budapest, hanno progettato di istituire «un osservatorio internazionale che valuti i progressi dell’umanità nell’incrementare la coesione sociale, la pace, la solidarietà, l’accoglienza». Ne parla Rachele Marini nell’articolo a pag. 19 “Fraternità al microscopio” anticipando che verrà chiesto all’Onu di riconoscere l’iniziativa.

Impegnata da vent’anni sul fronte della legalità è Rita Borsellino, eurodeputato, sorella del giudice Paolo assassinato vent’anni fa, intervistata da Maddalena Maltese a pag.18: «Il progetto di Paolo non può finire perché qualcuno l’ha ammazzato, lì nasce un progetto diverso affidato alle nuove generazioni[…]. L’eroismo in questo Paese è fare ogni giorno il proprio dovere con coerenza senza lasciarsi fuorviare o attirare da percorsi collaterali più facili […]: continuare a vivere una vita quanto più possibile coerente e onesta».

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