Segni fra le pagine

Sfogliamo l'ultimo numero di Città Nuova
Copertina CN Loppiano Lab

“Sperare con l’Italia”: è l’invito che Città Nuova rivolge ai suoi lettori, con la copertina del n°17, nel momento in cui si riprendono le usuali attività, ben consapevole che i mesi appena trascorsi hanno visto le nostre società europee smarrirsi in una crisi provocata dall’aver “vissuto per anni schiacciati sul presente. Isterico. Senza memoria. Angosciati dal tutto e subito (quando si poteva), si è persa la prospettiva, il riconoscersi l’un l’altro […] Il debito accumulato ieri sta ipotecando il domani, le condizioni di vita dei giovani sono peggiorate rispetto ai propri genitori”- annota Gennaro Iorio nel suo editoriale. Pare d’essere in un tunnel, dal quale, però, si indica una via d’uscita: “Bisogna far uscire dalla disperazione una gioventù che non può caricarsi da sola il risanamento, che implode nella rivolta. Per riparare al “qualcosa di sbagliato” bisogna assumere lo sguardo del più dolente. Il risanamento di oggi non può prescindere dalla società di domani”.

 

Sarà certamente questo uno degli sguardi con cui, da LoppianoLab, si guarderà al nostro Paese nel corso di quattro giorni (15-18 settembre) di laboratori tematici che si svolgeranno nella Cittadella Internazionale dei Focolari dal titolo: “Sperare con l’Italia. In rete per il Bene comune nel 150° dell’Unità”. All’evento è dedicato il “primo piano” di Paolo Loriga alle pagine 4-8 in cui Danilo Virdis, direttore generale di Città Nuova, spiega il tratto saliente dell’iniziativa giunta alla seconda edizione: “Non uno dei tanti convegni per comunicare qualcosa, ma un “tavolo” lungo quattro giorni, [nel quale] lavorare e sperimentare risposte e prospettive a beneficio dell’Italia, in un intreccio di generazioni, professioni, percorsi culturali, Nord, Centro e Sud”.

 

Sarà un modo per cercare insieme le risposte che Iole Mucciconi, nel suo editoriale, auspica vengano presto trovate all’inizio di questo autunno che si preannuncia difficile: ”Ravvivare il senso di appartenenza al Paese per affrontare i sacrifici che siamo chiamati a fare (speriamo con equità) e accrescere il nostro senso di appartenenza all’Europa, perché abbiamo avuto conferma del fatto che oramai ci lega un destino comune”.

 

Difficoltà comuni che possono essere vissute e trasformate in una pedana di lancio, un po’ come ha fatto un gruppo di amici con disabilità le cui testimonianze sono state raccolte da Giulio Meazzini nel forum alle pagine 68-71 intitolato “Dal limite il di più”: dalla scoperta dell’importanza della fragilità fino a viverla come una facilitazione nei rapporti, per arrivare a riconoscere che “la disabilità ha una marcia in più. Contiene il di più. Oltre il limite si può davvero volare alto”.

 

Volano alto, dal 2003, gli operatori dell’asilo “Raggio di sole” a Škofja Loka, in Slovenia, visitato dalla Presidente dei Focolari Maria Voce nel corso del suo recente viaggio nell’Est d’Europa: la struttura ospita 130 bambini, scrive Mario Dal Bello alle pagine 21-21, che “vengono educati alla crescita con un metodo evangelico, attinto alla spiritualità focolarina, che comprende varie tappe secondo le età e poggia sulla collaborazione stretta tra educatori e famiglie. Un modello di pedagogia di comunione, che pur tra notevoli difficoltà – anche con lo Stato, che non favorisce scuole private – ha successo”.

 

Le due grandi foto-notizie ospitate nella rivista sono capaci di riaccendere la speranza con orizzonti che si allargano lontano: la prima, alle pagine 14-15, perché dedicata ad Amantle Montsho, atleta originaria del Botswana, oro mondiale a Daegu grazie al sostegno economico della Federazione internazionale di atletica leggera, che sostiene i giovani più promettenti dei Paesi meno fortunati del mondo; la seconda, alle pagine 60-61, perché rimanda alle aspettative suscitate dal recente decreto legge con il quale lo stato turco si è impegnato a restituire alla minoranza ortodossa ed ebraica le proprietà confiscate dal governo dal 1936 in poi.

 

Anche un museo può far pensare in positivo, oltre la crisi del nostro tempo. E’ l’esperienza che ci riferisce Giovanni Salandra a pagina 51, recensendo un’opera di Paolo Scirpa esposta al Mart di Rovereto fino al 30 ottobre. Il Tabellone consumistico è “un’opera di grandi dimensioni, […] un assemblaggio di involucri di prodotti vari, con legno, neon bianco e specchi. […] Scirpa supera l’accumulazione consumistica attuale – riscontrabile nei materiali con cui è costituita l’opera –, la trascende, grazie alla luce. Essa infatti trasfigura il nostro tempo materiale e lo fa lievitare, come avesse ritrovato l’anima”.

 

Anima certamente riscoperta nel suo valore dai 2 milioni di giovani che si sono trovati a Madrid per la GMG di agosto, raccontata da Maddalena Maltese nel reportage alle pagine 46-49. “Saldi nella fede” non era solo lo slogan di questo appuntamento mondiale, ma la didascalia che potrebbe descrivere ciò che hanno vissuto la notte della veglia, sferzati dalla violenta tempesta eppure tutti al loro posto, davanti al papa. “Metafora di questo momento sacro e forse lo è anche della vita di molti di loro – scrive la giornalista: sbatacchiata dalle tormente eppure in cerca di un appiglio sicuro. «Sarei voluta fuggire davanti a quei fulmini e a quella pioggia – confessa Chiara di Gaeta –, ma qualcosa mi tratteneva. Ero lì per Dio».

 

Esperienze che aiutano a capire. E a vivere. Come quella raccontata da Mario Veneziani a pag.63, nell’intervista all’attore tunisino Mohamed Zouaoui, coprotagonista della pellicola I fiori di Kirkuk. “L’amore e la pace sono i valori più grandi – confessa Zouaoui. “Il mondo cambia solo se ci sono persone che sanno amare come i protagonisti del film: come Najla, la donna medico che passa dalla parte delle vittime e paga con la vita”.

 

Augurandoci vicendevolmente di contribuire, nel nostro piccolo, al cambiamento del mondo attraverso lo stesso amore scoperto dall’attore Mohamed Zouaoui, ti salutiamo dandoti appuntamento al prossimo numero.

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