Secondo mandato per Cristina Kirchner?
La presidente ha annunciato la ricandidatura e alte sono le possibilità di rielezione. Sul tappeto restano un'inflazione alta, salari troppo bassi ed eccessiva statalizzazione
Cristina Fernández de Kirchner si presenterá per un secondo mandato alle prossime elezioni presidenziali di ottobre. La presidente ha cosí reso pubblica la sua decisione che finora era avvolta da un manto di mistero. Le chance di essere rieletta sono attualmente alte. Infatti, sebbene sia sempre piú chiaro il panorama dei candidati dei settori dell’opposizione, nessuno finora sembra in grado di impensierire seriamente la possiblitá di rielezione.
Dopo una severa inflessione nell’opinione pubblica che nel giugno 2008 raggiunse i livelli piú bassi, a partire dall’improvviso decesso del suo consorte ed ex presidente, Néstor Kirchner, la popolaritá di Cristina – come la si suole nominare – é in crescita, mentre si registra un riavvicinamento alla politica dei settori giovanili dell’Argentina. Un fatto, quest’ultimo in controtendenza rispetto agli ultimi anni.
E dire che alla presidente le cose non vanno esattamente bene su tutti i fronti. Prima di tutto per la difficoltá estrema di frenare una inflazione che si aggira ormai tra il 20 ed il 25 per cento, ma con punte superiori in alcuni prodotti, tra i quali gli alimenti. Sebbene l’economia si beneficia del vento in poppa dei prezzi internazionali dei prodotti agricoli, sopratutto soja e grani vari – che hanno raggiunto la cifra record di produzione di 100 milioni di tonnelate -, non é chiaro il programma economico del governo a medio e lungo termine per dare continuitá alla crescita attuale. Molti settori dei consumi sono sussidiati dal governo, come i trasporti, l’acqua, il gas e l’elettricitá; decisione con forte impatto popolare, ma difficile da mantenere in caso di recessione, una eventualitá sempre possibile per una economia in via di sviluppo, nonostante la congiuntura favorevole. Non riesce poi a diminuire sostanzialmente il numero di cittadini al di sotto della soglia della povertá, che continuano ad essere tra il 25 ed il 30 per cento dei 40 milioni di abitanti del Paese.
Anche qui, come nel resto della regione, il problema chiave é la redistribuzione dell’ingresso nel mondo della lavoro e la generazione di nuova occupazione. Infatti, sebbene siano stati creati alcuni milioni di posti di lavoro dal 2003 in qua, non sempre uno stipendio garantisce l’uscita dalla povertá. Inoltre, circa un 40% dell’impiego é in nero con riflessi negativi sulle entrate pubbliche. Evasione fiscale e fuga di capitali sono ancora questioni non risolte con efficacia.
La polemica manomissione dell’istituto di statistica, che ha ridotto drasticamente tutti gli indici sfavorevoli al governo (inflazione, povertá, indigenza, ecc.) con interventi di maquillage, non ha convinto l’opinione pubblica. Le istituzioni private che pubblicavano indici statistici alternativi hanno cominciato a subire la minaccia di multe salate da parte del governo, tanto é vero che un gruppo di legislatori dell’opposizione é intervenuto nella diatriba facendo propri i dati in questione usando come scudo l’ immunitá parlamentare.
E’ vero che il governo puó addurre risultati positivi in molti settori: educazione, salute e, molto in parte, opere pubbliche, ed anche una buona performance in materia di esportazioni. Ma spesso si tratta di risultati piú quantitativi che qualitativi, privi delle premesse necessarie per la loro continuitá nel tempo, come nel caso delle esportazioni dove l’Argentina ha perso quote di mercato in questi anni, ad esempio, in materia di carne.
Inoltre, una serie continua di casi di corruzione hanno gettato un cono d’ombra sulla gestione di governo. L’ultimo ha colpito Madres de Plaza de Mayo, organizzazione emblema della lotta per i diritti umani, dove alcune figure sembra abbiano circuito la fiducia della dirigenza dell’istutuzione deviando importanti somme concesse dallo stato per la costruzione di abitazioni popolari.
Cio nonostante, forse piú per assenza di una alternativa convincente da parte di una opposizione frammentata, senza proposte alternative chiare e priva di leaders dotati di carisma, che per meriti concreti propri della gestione di Cristina Kirchner, oggi la rielezione potrebbe essere ottenuta addirittura senza ricorrere al ballottaggio. Mancano ad ogni modo vari mesi al traguardo di ottobre e bisognerá seguire lo sviluppo della campagna elettorale.Il già citato riavvicinamento di settori giovanili alla politica fa sperare in un ricambio generazionale capace di proiettare la politica su scenari piú consoni alla attuale domanda di democrazia reale, di trasparenza nella gestione, di efficacia nella gestione e nella creazione di una economia sostenibile anche sul piano ambientale.