Seconda tappa: Fatima
Il secondo giorno della visita del papa in Portogallo è stato trascorso a Fatima con la preghiera davanti alla cappellina delle apparizioni, i vespri con i sacerdoti, la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e la benedizione delle fiaccole.
«Eccomi come un figlio che viene a visitare sua Madre». Con queste parole – pronunciate dal papa in ginocchio – è cominciata la preghiera nella cappellina delle apparizioni di Fatima. Il papa ricorda poi il proiettile dell’attentato di Giovanni Paolo II da lui donato al Santuario e posto sulla corona della statua della Regina della pace. «È di profonda consolazione – ha aggiunto Benedetto XVI – che tu sei coronata anche con il proiettile delle nostre sofferenze e preoccupazioni».
Preoccupazioni che sono sembrate più esplicitate durante la celebrazione dei vespri con i sacerdoti, religiosi e diaconi. «Permettetemi di aprirvi il cuore – ha detto il papa durante l’omelia – per dirvi che la principale preoccupazione di ogni cristiano, specialmente della persona consacrata e del ministro dell’Altare, dev’essere la fedeltà, la lealtà alla propria vocazione, come discepolo che vuole seguire il Signore. La fedeltà nel tempo è il nome dell’amore; di un amore coerente, vero e profondo a Cristo Sacerdote». E in vista della chiusura dell’Anno sacerdotale, prevista per il prossimo 11 giugno, il papa ha indicato nella preghiera, nell’aiuto reciproco, nel saper unire le proprie forze, nel sostenersi reciprocamente, delle vie concrete per essere fedeli alla propria vocazione. «È il momento di assumere – ha concluso il papa – insieme con il calore della fraternità, il fermo atteggiamento del fratello che aiuta il proprio fratello a “restare in piedi”».
E dopo il vespro il papa compie l’atto di affidamento e di consacrazione dei sacerdoti a Maria senza riferimenti espliciti agli scandali che stanno attraversando la Chiesa, ma con parole, che a molti commentatori, sono sembrate evidenti. «Aiutaci! – così il papa si è rivolto a Maria – con la tua potente intercessione, a non venir mai meno a questa sublime vocazione, a non cedere ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo ed alle suggestioni del maligno. Preservaci con la tua purezza, custodiscici con la tua umiltà».
Nella benedizione delle fiaccole della sera il papa ha sottolineato come la fiamma della fede rischia di spegnersi in ampie regioni della terra e che «la priorità al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo ed aprire agli uomini l’accesso a Dio». Senza aver vergogna di mostrare i segni della fede e paura di parlare di Dio anche riprendendo la pratica del Rosario che «ci consente di fissare il nostro sguardo e il nostro cuore in Gesù».