Se mi lasci non vale

Tra le uscite di oggi, il film di Vincenzo Salemme, una commedia degli equivoci che riflette anche sul mestiere dell'attore. Interessante anche il vincitore del Leone d'oro, "Ti guardo" di Lorenzo Vigas
Scena da "Se mi lasci non vale"

Se mi lasci non vale

 

Finalmente una commedia brillante piacevole, senza cadute di gusto e con un ritmo frizzante quasi da operetta. Vincenzo (Vincenzo Salemme) e Paolo (Paolo Calabresi), vicini ai 50 più o meno, sono stati lasciati dalle rispettive compagne. Si ritrovano per caso e decidono – Vincenzo che è la mente – di fingere di innamorarsi l’uno dell’ex dell’altro per poi lasciarle al momento giusto e così vendicarsi, facendole soffrire. Arruolano un attore che vive di espedienti, Alberto (Carlo Buccirosso), ma la cosa si ingarbuglia… Il racconto è facile e leggero, e Salemme – che è anche il regista – si diverte con battute a raffica, in punta anche di fioretto, da una parte a punzecchiare i maschi poco maschi che non ne indovinano una con le donne, e dall’altra a prendere in giro i vezzi e i tic degli attori, specie quelli spiantati che non riescono mai ad avere un successo, con una parodia davvero gustosa della commedia umana, quanto mai attuale.

 

 

Ti guardo

 

Vincitore a sorpresa del Leone d’oro a Venezia, il primo film del venezuelano Lorenzo Vigas mescola atmosfere pasoliniane di “ragazzi di vita” alla storia di una paternità sofferta e di una ambiguità sessuale dolorosa. Armando (Aldfredo Castro) ha un negozio di protesi dentarie. Solo e chiuso adesca giovani solo per guardarli. Incontra un ragazzo, Elder (Luis Silva) capo di una gang e inizia a frequentarlo. Cosa tutt’altro che facile: incontri e scontri, drammi e pathos. Per quanto tecnica e interpretazione siano notevoli, pure il film annaspa nel già visto di indagini sui quartieri bassi delle megalopoli (Caracas nel caso), di una gioventù allo sbando e su un mondo di emarginazione troppe volte affrontato dal cinema europeo, cui pare guardare con una certa astuzia.

 

 

The Eichmann Show

 

Il docufilm sul processo del gerarca nazista è prevedibilmente interessante, anche perchè la ricostruzione dell’indagine è molto seria e ci riporta alla prima volta in cui il mondo si rende conto del genocidio degli ebrei. Documenti filmati d’epoca rendono agghiacciante il personaggio di Eichmann.  Diretto da Paul Andrew Williames, con Martin Freeman ed un gruppo di attori assai coinvolti, il film stupisce, addolora e fa riflettere.

 

Esce anche: The Pills, commedia postadolescenziale di trentenni sfaticati, colpiti a morte però dalla vita, regia di Luca Vecchi.

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