Se l’accoppiamento va a buon fine…
Quando l’accoppiamento va a buon fine segue l’instaurarsi di una gravidanza. Nella cagna, tale evento dura dai 58 ai 62 giorni. In realtà sono 63 i giorni se si parte dall’ovulazione, mentre la durata è variabile se si parte dalla data dell’accoppiamento. Questo perché gli spermatozoi restano vitali per circa una settimana, mentre l’uovo è fecondabile non prima di 48 ore dopo l’ovulazione e resta tale per altri 3 giorni. Così un accoppiamento precoce (prima dell’ovulazione) condurrà ad una gravidanza anche di 70 giorni, mentre uno tardivo (per esempio 5 giorni dopo l’ovulazione) si tradurrà in una gestazione di circa 58 giorni.
Diversamente è per la gatta, nella quale l’ovulazione è indotta dall’accoppiamento e i due eventi sono separati al massimo da 48 ore. Tutto ciò si traduce, in questa specie, in una diagnosi certa già al 18° giorno. Durante il primo mese di gravidanza l’animale mostra pochi o addirittura nessun segno della sua nuova condizione. Verso la metà della gestazione, invece, cominciamo a notare un aumento delle dimensioni dell’addome, che risulta particolarmente visibile nelle ultime settimane di gravidanza. In prossimità del parto, poi, le mammelle diventano turgide e spesso (ma non sempre) si riempiono di latte.
Se vogliamo saper con sicurezza e in tempi relativamente precoci se la nostra cagnetta è incinta è possibile eseguire una ecografia tra il 18° e il 20° giorno di gravidanza con la quale evidenzieremo la o le camere gestazionali. A circa 25 giorni è possibile evidenziare il battito cardiaco del feto. Una frequenza pari a 200-260 battiti al minuto è considerata nella norma. Una diminuzione di tale parametro è indice di sofferenza fetale e denota parto o aborto imminente. Ed è appunto il monitoraggio della frequenza cardiaca dei feti uno dei parametri che, a fine gestazione, ci aiuta a stabilire se è il caso di intervenire chirurgicamente con un parto cesareo d’urgenza o se possiamo ancora aspettare che si inneschi un parto naturale.
Sempre mediante ecografia, con calcoli precisi a partire da strutture extra-fetali (ad esempio camera gestazionale), nella prima metà della gestazione, o da strutture fetali (ad esempio diametri cranici o addominali), nella seconda metà, possiamo risalire alla data del parto. A partire, invece, dal 45° giorno una radiografia dell’addome della gravida metterà in evidenza le ossa dei feti ben mineralizzate. Contando le colonne spinali o le testoline dei feti potremo risalire al numero dei cuccioli che saranno partoriti. Si preferisce questo mezzo diagnostico al posto dell’ecografia perché la radiografia ci fornisce un’immagine statica e globale dell’addome, mentre la seconda un’immagine dinamica e parziale. Di contro, proprio perché statica, la radiografia non potrà darci notizie circa la vitalità dei feti.
Intanto la gravidanza procede e soprattutto durante il secondo mese la cagna riduce la sua attività motoria e l’assunzione di cibo. In alcuni casi può subentrare il vomito. Per questo si preferisce proporre all’animale pasti piccoli e ripetuti in modo da ridurre la pressione dell’addome sul torace e limitare al minimo l’ostacolo all’escursione polmonare. Nell’ultima settimana di gravidanza, per far fronte alle aumentate esigenze metaboliche della gravida, è consigliabile alimentare la cagna con un cibo ad alto valore energetico (di solito si consiglia un cibo per cuccioli di buona marca).
Nella gatta la gravidanza si svolge pressappoco come per la cagna. Dura 58-60 giorni e anche in questo caso i pochi segni della gestazione si notano a partire dal secondo mese e una diagnosi di certezza può essere effettuata mediante ecografia addominale a partire dal 18°-20° giorno.
A cura della dott.ssa Letizia D'Avino, Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli