Se la parola unisce, chi insegna non deve avere fretta

Presentato a Firenze il libro in due volumi per l’insegnamento della lingua italiana per stranieri, curato dal Centro internazionale studenti Giorgio La Pira. La cultura della vera inclusione attraverso il dialogo e la trasformazione reciproca

«Ci è stato presentato molto di più di una grammatica. Un modo di fare cultura, di approcciarci all’altro, di relazionarci, una modalità. Il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira è un luogo alto perché si fa intercultura, è dove si rispetta nel nostro essere cristiani le diversità delle altre religioni, si ascolta e ci si arricchisce col dialogo».

Foto Centro La Pira

Partiamo dalla fine, dalle parole di mons. Pierpaolo Felicolo della Fondazione Migrantes a conclusione della presentazione del nuovo libro del Centro Studenti, svoltasi in via dei Pescioni in una Sala Teatina piena.

Insieme al Centro: l’italiano che unisce”, questo il titolo dei due volumi, per livelli A1-A2 e B1-B2, che attraverso più di 600 pagine con letture interessanti, dialoghi quotidiani, situazioni di uso della lingua italiana, articoli, interviste, tracce di scrittura e spunti di conversazione permetterà agli studenti di parlare, raccontarsi e conoscersi.

Seguendo il bisogno dell’apprendente per vivere a Firenze, lo sviluppo lessicale e morfosintattico prevale sulla regola grammaticale che viene scoperta attraverso un approccio didattico induttivo con attività utili e divertenti indicate dal docente facilitatore linguistico.

Il manuale è pensato per lavorare in classe con i compagni. Costruire relazioni, soprattutto. C’è sempre più bisogno dell’acquisizione dell’italiano come lingua seconda (L2) da parte dei migranti, per lavoro o per studio.

Alla presentazione del libro ci sono stati numerosi interventi, moderati da Irene Lombardo. Dopo i saluti e l’introduzione del presidente del Centro, Marco Salvatori, le parole di Maurizio Certini, autore della prefazione, consigliere del Centro Studenti e membro della Consulta nazionale della Fondazione Migrantes grazie al cui contributo è stato pubblicato il libro: «Il metodo didattico incoraggia il reciproco ascolto, l’interesse per le originali caratteristiche culturali dell’altro, la disponibilità a superare il pregiudizio sempre presente in ciascuno. Noi vogliamo l’inclusione nel segno di una trasformazione reciproca. Nessuno da solo è in grado di esprimere tutta l’umanità e soltanto insieme, ecco spiegato il titolo del libro, può farlo».

Nella sala campeggia un testo di Giorgio La Pira del 1939: «Ciascuno è debitore di tutti e tutti sono debitori di ciascuno…».

Foto Centro La Pira

Si avvicendano al microfono gli insegnanti Giacomo Pieri e Paolo Gabbanini, il presidente del Consiglio comunale di Firenze, Luca Milani, in collegamento on line la prof. Laura Marrazzo dell’Università per Stranieri di Siena (il Centro La Pira è tra l’altro sede di esami DITALS, CILS e offre corsi di glottodidattica), chiedono la parola un ex studente e un vecchio obiettore che lì svolse il servizio civile perché il Centro Studenti ha tante anime e dal 1978 ne ha viste passare di persone di ogni età e nazionalità.

A Firenze ci sono tante scuole per stranieri che spesso preparano internamente i propri testi, proprio come fa il Centro La Pira. La differenza è che qui i protagonisti dei dialoghi, delle storie nel libro si chiamano Alin, Erdita, Ismael, Nguyet, Ibrahim, Mosa, Mohamed. «Noi non lavoriamo con i turisti ma con i futuri cittadini di Firenze», dice Edoardo Masciello che del libro è l’autore e spiega il metodo didattico del Centro La Pira: «L’insegnante non deve avere fretta, va alla velocità dell’apprendente, sta in silenzio per lasciargli spazio affinché questo sia ricco di maggiori possibilità quando esce dalla classe».

«Noi affrontiamo un problema linguistico alla volta», prosegue Edoardo, «facciamo il tifo per i nostri apprendenti evidenziando i loro progressi senza sottolineare gli errori. Il facilitatore linguistico è soprattutto un facilitatore di rapporti umani, per lavorare insieme e dimostrare che ogni persona è interessante. Qui al Centro ci sediamo accanto allo studente per trovare una lingua che ci unisca».

Si parla tanto di interculturalità, ma che cosa è? «Per noi un’esperienza quotidiana, non è un confronto stereotipato e folcloristico di tradizioni, feste e abitudini dei Paesi di provenienza, è un dialogo interessato all’altro, che è una persona con un nome, un vissuto, un presente fatto di bisogni, paure, gioie, aspettative che lo portano a essere molto più simile a me

di quanto avessi potuto immaginare la prima volta che l’ho visto. Devo perdere per fare spazio all’altro: perdere le mie certezze e accettare che possano esserci modi diversi di vivere perché non il mio né il tuo, ma il nostro punto di vista è un mondo possibile nel quale entrambi ci possiamo riconoscere».

Accoglienza, inclusione, fiducia, ascolto, dialogo. Sono queste le parole guida al Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira. In tale contesto la classe diventa una piccola comunità multietnica. E andare a scuola diventa come andare incontro a una nuova vita.

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