Se fossimo tutti atei

In questi giorni ho letto un interessantissimo commento di Odifreddi, provocato dagli avvenimenti riguardo a minacce di roghi del Corano e a reazioni di gruppi musulmani in India. Mi ha fatto pensare.
Religioni

Vi ho trovato la tentazione, tipica del pragmatismo occidentale, di mettere da parte Dio per risolvere contenziosi di natura religiosa. Sembra che l’uomo occidentale non abbia ancora colto che la radice del suo incontro, spesso, ormai scontro, con l’uomo di altre latitudini e di altre fedi e culture stia proprio nel cercare di realizzare questa operazione assurda che non gli riesce, nonostante ripetuti tentativi, da vari secoli.

 

Scordarsi di Dio: proprio questo, è, spesso, il motivo vero di incomprensione fra cultura di radice cristiana e quella originaria di altri contesti dove non è concepibile l’uomo se non in relazione con l’Assoluto, in qualsiasi modo venga chiamato e percepito. Il punto non è, dunque, di ignorare Dio, per risolvere i problemi, ma, piuttosto, di cogliere l’uomo, come tale, l’uomo integrale. Per l’occidente tale uomo cerca disperatamente strade per convincersi che proprio senza Dio egli trova la sua integralità di essere umano. Nelle altre culture e tradizioni questo non è mai stato messo in discussione.

 

È interessante vedere come ci si stia muovendo nel mondo su diverse lunghezze d’onda, pensando di capirsi e soprattutto di identificare la propria prospettiva con la vera cultura e civiltà. Proprio su questi grandi malintesi, originati da sottili differenze, si giocano poi problemi ben più gravi, come quello dei media che riescono, come dicevo qualche giorno fa, a rendere un oscuro pastore di una cinquantina di anime un personaggio di statura mondiale, rischiando lo scontro fra religioni.

 

D’altra parte, gli stessi media rendono lo scontro fra un gruppo di musulmani da decenni vessati da una situazione di sfruttamento sociale e politico, dei persecutori della fede cristiana di cui, questi stessi media, improvvisamente si fanno paladini. Basta leggere qualche riga oltre o ascoltare qualche notizia sugli stessi quotidiani o notiziari per rendersi conto di quanto essi siano privi di qualsiasi dimensione che si possa definire anche velatamente cristiana.

 

Eppure, questi sono gli organi che ci fanno pensare e, senza nemmeno accorgercene sposiamo le loro teorie, senza renderci conto di quanto contraddittorie e superficiali essi siano.

 

(dal blog di Roberto Catalano)

 

 

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