Se anche il centro sociale va dal papa

Tre giorni a Roma di lavoro comune tra Chiesa e movimenti popolari di base. La rivoluzione culturale nel discorso di Francesco su “Terra, Casa e Lavoro”
papa e movimenti popolari

La battuta sul “papa comunista” passa e va. Serve a fare il titolo ad effetto e banalizzante. «Mi dicono che sono comunista, ma l’amore per i poveri è nel Vangelo», ha affermato Francesco nel discorso pronunciato ai rappresentanti dei movimenti popolari radunati a Roma dal 27 al 29 ottobre 2014 su invito dell’Accademia pontificia di Scienze Sociali.

Come dice Giuseppe De Marzo, referente della campagna Miseria Ladra e per tanti anni attivista sociale in America Latina, «i miei amici, fratelli e compagni di 13 anni di lavoro, considerati da sempre gli ultimi degli ultimi perché indigeni, contadini, impoveriti, additati come pezzenti, terroristi, utopisti, folclorici, inadeguati, sono in Vaticano e incontrano per la prima volta un papa che dice loro che sono loro la vera speranza che non delude, schierandosi senza esitazioni al fianco di chi difende la giustizia sociale ed ambientale».

L’incontro, che ha già avuto un precedente lo scorso 5 dicembre, prevede una dichiarazione conclusiva e la formazione di un Consiglio dei movimenti popolari, cioè, come riporta la radio vaticana, «una rete che possa lavorare per formulare istanze a livello globale».

Il senso della piattaforma l’ha esplicitato Juan Grabois, un avvocato vicino al “movimento dei lavoratori esclusi”: «Condividere il pensiero sociale di Francesco, elaborare una sintesi della visione dei movimenti popolari riguardo le cause della crescente disuguaglianza sociale e dell’aumento dell’esclusione nel mondo, proporre alternative popolari per affrontare i problemi che il capitalismo finanziario e le società transnazionali impongono ai poveri». Fanno parte del movimento di Grabois, i “cartoneros”, grandi amici dell’allora vescovo di Buenos Aires, Bergoglio. Una realtà diffusa in Sud America nella fascia di popolazione impoverita dalla crisi che lavora nel riciclo dei rifiuti.

Tra le realtà italiane presenti all’incontro, oltre alla prevedibile Banca Etica e all’associazione dei trentini nel mondo, troviamo i rappresentanti del noto centro sociale Leoncavallo di Milano e i lavoratori che autogestiscono la fabbrica “recuperata” metalmeccanica Rimaflow di Trezzano sul Naviglio dopo essere stati licenziati dai proprietari. Un’esperienza di “Altraeconomia” legata al Movimento dei senza terra che è tra gli attori in prima fila dell’incontro in Vaticano.

Francesco offre direttive chiare come nel suo discorso all’assise dei movimenti popolari in Vaticano: «Un sistema economico incentrato sul dio denaro ha anche bisogno di saccheggiare la natura per sostenere il ritmo frenetico di consumo che gli è proprio. Il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità, la deforestazione stanno già mostrando i loro effetti devastanti nelle grandi catastrofi a cui assistiamo, e a soffrire di più siete voi, gli umili, voi che vivete vicino alle coste in abitazioni precarie o che siete tanto vulnerabili economicamente da perdere tutto di fronte a un disastro naturale. Fratelli e sorelle: il creato non è una proprietà di cui possiamo disporre a nostro piacere; e ancor meno è una proprietà solo di alcuni, di pochi».

Per rendersi conto del cambiamento epocale in corso si consiglia la analisi e lettura integrale del testo del papa.

«Questo incontro dei Movimenti Popolari è un segno, un grande segno: siete venuti a porre alla presenza di Dio, della Chiesa, dei popoli, una realtà molte volte passata sotto silenzio. I poveri non solo subiscono l’ingiustizia ma lottano anche contro di essa!».  

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