Coronavirus, scuole e università chiuse fino al 15 marzo

Il governo ha deciso che studenti e docenti resteranno a casa fino a metà marzo, una misura di sicurezza per indebolire l'avanzata del coronavirus.
Foto Marco Alpozzi - LaPresse

Il governo ha disposto la chiusura immediata di scuole e università in tutta Italia a partire dal 5 fino al 15 marzo. Nel pomeriggio di oggi il decreto, annunciato in mattinata, è stato ufficializzato dopo che è stato reso noto il parere del comitato tecnico-scientifico. Nella bozza del decreto c’è anche lo stop a manifestazioni, cinema e teatri, mentre le manifestazioni sportive potranno svolgersi, ma a porte chiuse.

Le scuole del Nord del Paese affrontano la terza settimana di chiusura e la riapertura era prevista per il 7 marzo. Molti istituti si sono organizzati facendo le lezioni tramite gli strumenti telematici messi a disposizione sul sito del Ministero dell’Istruzione o le classroom on air. Oltre duemila docenti hanno seguito i webinar per la didattica a distanza e sono stati più di 35 mila contatti sulla pagina dedicata.

«Le istituzioni scolastiche possono fare questa scelta in totale autonomia e senza nessun obbligo, come previsto dal Dpcm del 1 marzo 2020», si legge sulla pagina del Miur che ha messo a disposizione strumenti di cooperazione, scambio di buone pratiche e gemellaggi fra scuole, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio, piattaforme certificate, anche ai sensi delle norme di tutela della privacy, per la didattica a distanza. Altre Regioni, come il Lazio, hanno già in cantiere la proposta di anticipare le vacanze pasquali.

Si può ben comprendere come molti docenti e dirigenti avevano sottolineato l’impossibilità di rispettare nell’ambito scolastico le indicazioni del Ministero della Salute, come mantenere la distanza di un metro, evitare i contatti fisici, la gestione del servizio mensa e anche le riunioni del collegio dei docenti o i corsi di formazione.

Si è espresso sulla chiusura delle scuole il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo: «Chiediamo al Governo di fornire immediatamente risposte esplicite, concrete, sostanziali e forti almeno tanto quanto i provvedimenti approvati oggi: smart-working, flessibilità lavorativa, lezioni on-line, ma anche fondi per poter pagare le baby-sitter. Anche le famiglie hanno bisogno di risorse, non solo le imprese. Bisogna evitare a tutti i costi che agli inevitabili disagi causati dalle limitazioni alla normale vita quotidiana seguano, per milioni di mamme e papà, ulteriori gravi motivi di stress e di preoccupazione».

L’augurio è che ciascuno faccia bene la propria parte seguendo le indicazioni degli enti preposti, collaborando attivamente affinché si possa tornare al più presto a condurre una vita normale.

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