Scuole fai da te?
Gli alunni e i genitori in diversi istituti del milanese tinteggiano aule, aggiustano spogliatoi, fanno piccoli lavori di manutenzione perchè la scuola è bene di tutti
Finite le scuole, si torna in classe. Non più da studenti ma per un po’ di giorni da operai. Succede in quel di Segrate, comune della cintura milanese, e i protagonisti sono i ragazzi che hanno terminato la terza media. Ogni mattina varcano l’ingresso dell’istituto comprensivo Schweitzer non con i libri sotto il braccio, ma con pennelli, secchi, rulli e vernici per imbiancare le pareti. Per la verità sono in sei, gli altri solo all’idea di tornare in classe hanno avuto attacchi e malori vari e sono fuggiti… in vacanza. I sei volonterosi invece hanno deciso di tornare per risistemare da cima a fondo le aule che li hanno ospitati per tre anni.
L'idea di arruolare i tredicenni per rifare il lifting alle aule scolastiche ha fatto inorridire alcuni genitori, facendo gridare allo scandalo, alla nascita della scuola fai da te, a mille altri orpelli su ingiustizia e sfruttamento. Genitori iperprotettivi, mentre i loro figli invece sono ben contenti. L’idea l’ha lanciata la scuola stessa, come proposta e poi ha messo a punto un progetto finanziato dal comune: rulli, scale, pitture e tutto l’occorrente per i lavori li paga l’amministrazione, la manodopera, invece, la mettono gli alunni a titolo volontario.
«È un modo per rendere consapevoli i ragazzi che la scuola è un bene di tutti», dice soddisfatto il sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini. «Così facendo, ogni tre anni l’aula ha le pareti rinfrescate», gli fa eco la preside, Giuliana Borgnino. I lavori non si limiteranno solo a una mano di bianco sulle pareti, perché i ragazzi saranno all’opera anche per applicare sui muri tutti i listelli per non farli rovinare dai banchi. Secondo il provveditore Giuseppe Petralia «c’è una ripresa dell’impegno civile e sociale nelle scuole, questo da parte di tutta la comunità scolastica, nel senso più ampio del termine».
A Segrate lavorano gli studenti, in Milano centro il fai da te ha preso piede con i genitori. Finite le lezioni, in tanti si dividono per squadre di mamme e papà, e via a imbiancare, stuccare, rendere più vivibili le scuole dei figli. All’elementare Guicciardi, in zona Maciachini, alcuni genitori nel fine settimana si trasformano in muratori e stanno sistemando bagni e spogliatoi della palestra. Tinteggiano, tappano buchi, sostituiscono piastrelle. «Erano in pessime condizioni da almeno vent’anni — spiega la dirigente scolastica, Laura Barbirato –, non c’era speranza che rientrassero nei lavori di manutenzione del comune: ci sono scuole con interventi molto più urgenti e i soldi sono quelli che sono».
Lo stesso problema è vissuto in altro modo, ma sempre con i genitori degli studenti che la fanno da protagonisti. Perché sono loro stessi a contribuire economicamente, anche per dare servizi aggiuntivi. Come nelle elementari e medie del comprensivo Cadorna, dove in questi giorni i tecnici sono all’opera per installare le nuovissime lavagne interattive multimediali. Per questo sono seguiti e pagati dall’associazione dei genitori, che si sono fatti carico anche dell’acquisto della maggior parte del materiale: «Questo dopo aver portato, sempre a spese loro, la rete wireless in tutta la scuola», dice compiaciuto il preside, Giovanni Del Bene.
Per altri istituti invece, l’idea di far lavorare i genitori in ambienti scolastici non ne vogliono proprio sapere: ne va di mezzo la sicurezza personale. «E se succede qualcosa?», ammonisce seria la preside del comprensivo Confalonieri, Francesca Lavizzari. Nel suo istituto sono i bidelli che ritinteggiano e risistemano pareti e serramenti: «Usiamo fondi del comune, ma personale scolastico e non ditte esterne, così siamo tutelati sulla sicurezza e risparmiamo».
L'idea di arruolare i tredicenni per rifare il lifting alle aule scolastiche ha fatto inorridire alcuni genitori, facendo gridare allo scandalo, alla nascita della scuola fai da te, a mille altri orpelli su ingiustizia e sfruttamento. Genitori iperprotettivi, mentre i loro figli invece sono ben contenti. L’idea l’ha lanciata la scuola stessa, come proposta e poi ha messo a punto un progetto finanziato dal comune: rulli, scale, pitture e tutto l’occorrente per i lavori li paga l’amministrazione, la manodopera, invece, la mettono gli alunni a titolo volontario.
«È un modo per rendere consapevoli i ragazzi che la scuola è un bene di tutti», dice soddisfatto il sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini. «Così facendo, ogni tre anni l’aula ha le pareti rinfrescate», gli fa eco la preside, Giuliana Borgnino. I lavori non si limiteranno solo a una mano di bianco sulle pareti, perché i ragazzi saranno all’opera anche per applicare sui muri tutti i listelli per non farli rovinare dai banchi. Secondo il provveditore Giuseppe Petralia «c’è una ripresa dell’impegno civile e sociale nelle scuole, questo da parte di tutta la comunità scolastica, nel senso più ampio del termine».
A Segrate lavorano gli studenti, in Milano centro il fai da te ha preso piede con i genitori. Finite le lezioni, in tanti si dividono per squadre di mamme e papà, e via a imbiancare, stuccare, rendere più vivibili le scuole dei figli. All’elementare Guicciardi, in zona Maciachini, alcuni genitori nel fine settimana si trasformano in muratori e stanno sistemando bagni e spogliatoi della palestra. Tinteggiano, tappano buchi, sostituiscono piastrelle. «Erano in pessime condizioni da almeno vent’anni — spiega la dirigente scolastica, Laura Barbirato –, non c’era speranza che rientrassero nei lavori di manutenzione del comune: ci sono scuole con interventi molto più urgenti e i soldi sono quelli che sono».
Lo stesso problema è vissuto in altro modo, ma sempre con i genitori degli studenti che la fanno da protagonisti. Perché sono loro stessi a contribuire economicamente, anche per dare servizi aggiuntivi. Come nelle elementari e medie del comprensivo Cadorna, dove in questi giorni i tecnici sono all’opera per installare le nuovissime lavagne interattive multimediali. Per questo sono seguiti e pagati dall’associazione dei genitori, che si sono fatti carico anche dell’acquisto della maggior parte del materiale: «Questo dopo aver portato, sempre a spese loro, la rete wireless in tutta la scuola», dice compiaciuto il preside, Giovanni Del Bene.
Per altri istituti invece, l’idea di far lavorare i genitori in ambienti scolastici non ne vogliono proprio sapere: ne va di mezzo la sicurezza personale. «E se succede qualcosa?», ammonisce seria la preside del comprensivo Confalonieri, Francesca Lavizzari. Nel suo istituto sono i bidelli che ritinteggiano e risistemano pareti e serramenti: «Usiamo fondi del comune, ma personale scolastico e non ditte esterne, così siamo tutelati sulla sicurezza e risparmiamo».