Scuola: spazio sacro per tutti
Tra senso di smarrimento e un po’ di sfiducia la scuola è ripartita, seppur con l’incredulità di una nazione a cui sembra mancare il coraggio per ripartire dai due pilastri della società che poco alla volta sono diventati sempre più fragili come la sanità e la scuola; negli anni hanno subito “tagli su tagli” e oggi, proprio a partire dall’emergenza coronavirus, chiedono, anzi urlano di essere riconosciuti come diritti primari dell’umanità.
La campanella, per molte scuole è già suonata, eppure non si intravedono misure certe che possano garantire un sistema omogeneo. In questo modo, gli istituti si sono adoperati con le strategie più idonee tra lezioni a distanza, in presenza, oltre alle modalità di sanificazione degli ambienti. La pandemia ha fatto emergere ulteriormente l’annosa questione del sistema scolastico che ha impedito uno sviluppo virtuoso della collaborazione fra pubblico e privato, in particolar modo della scuola Pubblica Paritaria.
I delegati delle scuole Pubbliche Paritarie durante il lungo periodo di lockdown e non solo hanno discusso a partire dall’ingiusta e silente non libertà di scelta educativa, la negazione del diritto all’istruzione per tutti. Il sistema scolastico appare iniquo come più volte ha ripetuto sr Anna Monia Alfieri, Delegata Usmi Nazionale. In qualche modo non si riconosce la preziosità della scuola Pubblica Paritaria accanto alla scuola Pubblica Statale generando un sistema scolastico, privo di una gamba necessaria per il pluralismo educativo.
Eppure proprie le scuole non si fermano. Suor Francesca Palamà, preside dell’Istituto Preziosissimo Sangue di Bari e Delegata CISM e USMI Scuola della Regione Puglia ha predisposto al meglio gli ambienti per ripartire in tutta sicurezza e così già da metà settembre gli alunni sono stati accolti tra le mura della loro scuola in un clima di vera e propria accoglienza. Alla giovane preside dell’istituto ispirato dal carisma delle Adoratrici del Sangue e che possiede il riconoscimento International Cambridge School, abbiamo fatto alcune domande, proprio a poche ore dalla notizia dello sblocco di 300 milioni di fondi destinati ad aiutare le famiglie che in tempo di lockdown non sono riuscite a pagare due volte, con le tasse e le rette.
Mentre si avviano le prime ore tra i banchi (distanziati) i delegati Cism, Usmi, Fidae e Fism Puglia, però continuano a discutere sulla “scelta educativa” e il diritto all’istruzione, ragionando anche sul beneficio del “buono servizio” per le famiglie che scelgono la scuola dell’infanzia paritaria oltre all’introduzione di un fondo disabilità per gli alunni delle scuole pubbliche paritarie.
Come si è mosso l’istituto e tutto l’apparato delle scuole Paritarie, in questo lungo periodo di lockdown e di post lockdown?
Insieme ai rappresentanti delle Scuole Pubbliche Paritare abbiamo cercato, con continui tentativi, di guardare oltre e di mutare la “tragedia” che ci ha colpito in “opportunità”, cercando in tutti i modi e con tutti i mezzi di raggiungere le famiglie, di coltivare la vicinanza, di ascoltare, di farci coraggio e di guardare alla cultura come una risorsa che ci può salvare dal nulla. Il periodo di lockdown si è rivelato come occasione da non perdere. Spesso mi è risuonato il motto di don Lorenzo Milani, I CARE che ha acceso quella forza in cui insieme tutto è possibile. È emersa solidarietà e generosità insieme al mio corpo docenti e un team direttivo che ha saputo afferrare il timone della nave nella tempesta e con coraggio è riuscito a riportarla nel mare calmo del porto.
Personalmente ho raccolto lacrime, ho ascoltato storie di vite andate in frantumi, ho sentito la grande disperazione che risucchiava la linfa della speranza dal cuore della gente, ho cercato di gettare “semi di rinascita” perché dopo ogni inverno c’è sempre una primavera!
Il post lockdown l’ho colto come opportunità da vivere in pieno permettendo una nuova organizzazione in rete con la Parrocchia, le famiglie. Rispettando tutte le norme di sicurezza, abbiamo aperto i nostri spazi al territorio realizzando laboratori di speranza, di fiducia, di relazioni… “ad un metro di distanza”.
Il governo ha ascoltato le vostre richieste durante questo lungo periodo?
Le richieste che ormai da circa 200 giorni stiamo urlando al governo, sordo dinanzi all’evidenza dei fatti, grazie a P. Luigi Gaetani, Presidente CISM Nazionale, alla fine della fiera non sono state ascoltate. Politicamente, pur avendo il consenso della maggioranza, sembrano non avere quella “spinta giusta” per raggiungere finalmente la fattiva realizzazione.
Le richieste poste al governo sono quelle non delle Scuole Pubbliche Paritarie come istituti, ma delle famiglie che in piena libertà hanno scelto di far studiare i propri figli in questi tipi di scuole e che sono obbligati a pagare il diritto all’istruzione per ben due volte: la prima volta con le tasse, come del resto lo fanno tutti i cittadini, e la seconda volta con la retta scolastica. Ed ora? In tempo di COVID, dove anche queste famiglie sono state messe in ginocchio dalla attuale crisi economica, non viene più riconosciuto per i loro figli la possibilità di continuare a studiare. Dopo questo lungo periodo di immobilità pare che i fondi si siano sbloccati. Staremo a vedere.
Quali sono le misure più urgenti da prendere sia per la ripresa dell’anno scolastico sia per la gestione generale?
In questo momento in cui la pandemia sembra ripresentarsi, è attenersi alle regole. Ci manca la vita “normale”, non riusciamo a comprendere che tutto non è più come prima. Forse avevamo bisogno di essere forzatamente fermi in quarantena, per riappropriarci del rispetto di noi stessi, degli altri e del creato. Le fragilità manifeste in questa ripresa dell’anno scolastico sono quelle sanitarie e quelle che riguardano il sistema di istruzione. Far ripartire il Paese significa anche far avviare la scuola.
Siamo nel caos più totale: non bastano gli spazi, non è sufficiente l’organico, non vengono garantiti i trasporti, i disabili sono un peso per tutti e il Governo, ha tra le mani delle concrete opportunità, chiedendo aiuto alle scuole paritarie ma, per una malsana ideologia, rimane chiuso nelle sue strategiche scelte. Quali? Banchi a rotelle, manutenzione straordinaria ad edifici fatiscenti e senza agibilità, fare scuola nei teatri, giardini, parchi, B&B, Didattica a Distanza, banchi monoposto e tanto altro ancora.
Qual è l’elemento positivo, se c’è, da cui ricominciare?
Bisogna ripartire dall’umano, dalla forza che sempre lo ha reso una creatura capace di meravigliarsi, perdonare, riprovare. In lui è stato sempre riconosciuto il desiderio di libertà, di assoluto, di giustizia e la possibilità di avere occhi verso il futuro.
Le parole del presidente Mattarella a luglio in occasione della tradizionale cerimonia di consegna del Ventaglio al Quirinale sono un monito: «Le misure di salvaguardia sanitaria e l’attrezzatura degli spazi destinati all’attività educativa e didattica e scolastiche tenendo necessariamente conto della non uniformità dell’articolazione nel nostro Paese, dovranno vedere l’Italia in condizione di raccogliere la sfida. Dovrà essere fatto ogni sforzo in questa direzione da parte dei tanti protagonisti che nelle istituzioni e nella società hanno a svolgere un ruolo a questo riguardo lo esige la possibilità per le giovani generazioni di avere un futuro migliore e di contribuire ad un avvenire migliore».
L’elemento su cui puntare per il futuro sono i giovani e noi siamo responsabili delle scelte che operiamo in queste ore: a noi la possibilità di consegnare loro dei debiti, perché abbiamo elargito anche inutili sussidi, oppure offrire loro gemme per una nuova primavera.
Il suono della campanella del nuovo anno scolastico da poco iniziato aspetta sguardi di bambini, ragazzi, adolescenti, giovani a cui per troppi mesi è stato negato loro la possibilità di abitare quello spazio, la scuola, che ora più che mai è divenuto sacro per tutti.