Scuola regionale? No grazie
Non finiscono di placarsi le polemiche che sono sorte nei confronti del ministro Bussetti in seguito alle sue dichiarazioni ad Afragola, comune della provincia di Napoli. Il video, diventato virale sui social network, è molto chiaro. Alla domanda del giornalista, se sono previsti fondi per il sud per recuperare il divario con le scuole del nord, il ministro risponde: «Ci vuole l’impegno del sud, vi dovete impegnare forte, questo ci vuole».
Il giornalista incalza: «Più fondi?». Risposta di Bussetti: «No, più impegno, lavoro, sacrificio, impegno, lavoro e sacrificio».
È esplosa così la reazione degli operatori della scuola, che con lettere, articoli sui giornali, post sulla rete hanno protestato vivamente. L’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici ha definito inqualificabili i toni del titolare del Dicastero all’Istruzione mentre l’Associazione Nazionale Presidi ha dichiarato “inaccettabili” le sue parole: «Forse il Ministro ignora che, in molte aree “del Sud”, le scuole sono l’unico avamposto dello Stato e che gli edifici scolastici (spesso malridotti, ma non certo per responsabilità di chi vi lavora) sono gli unici su cui sventola con orgoglio il tricolore». Non sono mancate parole dure anche da parte degli insegnanti, delle associazioni studentesche e dei sindacati del comparto scuola.
Sappiamo tutti che il vero nocciolo della questione rimane quello della forbice che continua ad allargare il divario tra nord e sud. La fascia più debole e povera della popolazione vive nel meridione e una percentuale altissima di giovani continua ad emigrare per guadagnarsi da vivere. Il rapporto del 2018 dell’associazione per lo sviluppo dell’industria del Meridione, Svimez, parla chiaro: il meridione non può farcela da solo, deve essere sostenuto da politiche mirate e consistenti, altrimenti rischia una forte frenata nei prossimi anni. Quindi si capisce come la proposta del ministro di questi giorni, quella di regionalizzare la scuola, viene fortemente avversata e contrastata.
Il 90 per cento delle migliaia di partecipanti a un sondaggio diffuso da una nota testata che si occupa di scuola, ha chiesto le dimissioni del ministro. Difficile che la richiesta di dimissioni venga accolta, ma appare ormai chiaro che il dialogo fra Marco Bussetti e il mondo della scuola si sia al momento interrotto.