Scuola, prepararsi al nuovo anno

Dai docenti agli studenti, dal personale degli istituti alle famiglie. Una grande appuntamento che riguarda la società intera
ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Mentre gli scolari si gustano ancora un po’ di vacanze, gli insegnanti cominciano a ricevere le prime convocazioni ed il personale di segreteria lavora da sempre quasi ininterrottamente.

È l’avvio di un nuovo anno scolastico che si organizza da mesi. Quello che per genitori e ragazzi sembra iniziare intorno alla prima decade di settembre è in realtà già in corso. Come ogni evento che si rispetti, viene opportunamente preparato e senza troppo rumore.

È così in ogni aspetto della nostra vita. È una regola degli eventi, soprattutto quelli ciclici. Qualcosa è visibile ma la maggior parte dei passaggi, seppur essenziali, viene dai più ignorato o dato per scontato e passa inosservato.

Il tempo che fa da preparazione ad un qualunque evento è definito un tempo “latente”. In questo tempo la persona vive umori, desideri, timori, preoccupazioni, intenzioni. Aspetti che saranno li con tutti i partecipanti a questa nuova avventura, a volte a loro insaputa, ma saranno li e si faranno sentire.

Talvolta si tratterà di pensieri, intenzioni o preoccupazioni sul proprio operato e come svolgerlo al meglio ad esempio per gli insegnanti. Altre volte su come evitare errori o su come non essere attaccabili. Qualche volta su come non ripetere errori passati e migliorarsi. Qualcuno forse su come non mostrare i propri punti deboli, qualcun altro su come convogliare le energie proprie, dei propri pari (tutto il personale scolastico) e dei gruppi classe e dei genitori. Qualcuno su come stare nel processo e apprendere e lasciarsi trasformare dall’esperienza esattamente così come lo si insegna.

Tra i genitori qualcuno potrebbe essere preoccupato di come sostenere i figli e la loro motivazione allo studio, qualcun’altro su come alleggerirne gli impegni o viceversa con cosa integrare il tempo rimanente per sostenere o sviluppare nuovi e vecchi interessi. Qualcuno sarà sicuramente pre-occupato di come evitare “impatti” che possano urtare la sensibilità dei ragazzi tanto da parte del corpo docente quanto dal gruppo dei pari o addirittura potrebbe malcelare paure di lontane personali esperienze.

I ragazzi dal canto loro potranno viversi pensieri tra i più vari: dalle emozioni del ritrovare i compagni o di scoprirne di nuovi, dall’impattare con già noti e nuovi insegnanti, alla curiosità di nuovi apprendimenti, fino alla diffidenza o alla fiducia maturate attraverso le esperienze passate o talvolta indotte dalle altrui esperienze. Per qualcuno potrebbe manifestarsi anche la difficoltà di andare a scuola, temporanea o permanente e sarà cura di tutti gli attori in gioco cercare di capire insieme sia le cause sia le possibili azioni da intraprendere.

Ciascuno insomma porterà con sé ed in sé un micromondo che gli appartiene e che lo aiuterà a leggere ma anche a trattare quanto succederà momento per momento. Lo sforzo di uscire dalla propria griglia di lettura per comprendere quella dell’altro è proprio del processo relazionale. Una confusione aleggia spesso: ascoltare non è comprendere e comprendere non è accettare.

La capacità di ascoltare dell’uno permette all’altro di utilizzare le sue capacità e competenze per rendersi comprensibile poiché si sente accolto e considerato. La possibilità di comprendere può generare a sua volta vissuti di accoglienza, riduce il giudizio e apporta il vantaggio di poter esprimere pareri anche discordanti.

Allenare la capacità di uscire dal personale, può aiutare ad essere più obiettivi. Un parere differente infatti non è un parere “contro”, è uno stimolo a ragionare su molteplici fattori di cui il sistema scuola si occupa. E ricordiamolo che è proprio per questo che il sistema scuola è un sistema complesso.

Un augurio a tutti: siate squadra! Ciascuno starà apportando il proprio contributo, e come nella vita anche nella scuola si lavora non con ciò che si vorrebbe ma con ciò che si ha. Con quell’insegnante ancora un po’ inesperto, con quel genitore un po’ disattento, con quel ragazzo un po’ indisciplinato. E se provassimo a lanciare una sfida e trasformare ogni ostacolo in una occasione? Per maturare esperienza, per rinforzare legami/ per far rendere conto, per giocare con le regole. In un clima disteso si lavora meglio e ci si supporta a vicenda.

 

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